Emmanuel Macron resta al primo posto nei sondaggi in vista del secondo turno di domenica delle presidenziali francesi, ma lo scarto rispetto alla sfidante Marine Le Pen si assottiglia e il candidato di En Marche!, perde cinque punti in otto giorni nelle intenzioni voto, secondo un sondaggio Elabe per L’Express e Bfmtv.
Con il 59% dei voti, Macron distacca ancora di molto la leader del Front National che ottiene il 41%, in rialzo di 5 punti rispetto al 24 aprile, all’indomani del primo turno. Il sondaggio è stato eseguito prima dell’annuncio, sabato, di un accordo fra Marine Le Pen e Nicolas Dupont-Aignan, il candidato di Debout La France, arrivato sesto al primo turno, con il 4,7% dei voti. Ma il 18% degli intervistati non ha voluto pronunciarsi sulle proprie intenzioni di voto nel ballottaggio.
Intanto si apprende che i militanti di France Insoumise, il movimento di Jean Luc Melenchon, preferiscono astenersi o votare scheda bianca al ballottaggio delle presidenziali francesi di questa domenica.
Marine Le Pen e Emmanuel Macron si affrontano stasera nel primo e unico duello televisivo prima del ballottaggio di domenica. Quattordici telecamere, due giornalisti intervistatori, studio senza pubblico, i due candidati seduti intorno a un tavolo non più largo di due metri e mezzo, temperatura costante a 19 gradi. Il duello potrebbe essere decisivo: confermare il vantaggio di Macron oppure riaprire i giochi in favore di Le Pen.
Il curriculum di Emmanuel Macron è limitato al percorso nella banca Rothschild, è soprannominato ‘Emmanuel Hollande’ e accusato di un presunto lassismo nei confronti dell’Islam radicale. La candidata del Front National tenterà di farlo passare come un candidato lontano dal popolo e dalla realtà, ricordando che ha festeggiato la vittoria al primo turno in una brasserie chic mentre lei sta con la gente che lavora. Secondo un sondaggio Ifop, il 54% dei francesi è ancora spaventato dall’idea di Le Pen al potere ma il 36% pensa che sia lei a conoscere meglio i problemi della gente.
Dodici anni dopo quel referendum la società francese resta ancora profondamente divisa sull’Europa. La ratifica del trattato di Lisbona nel 2007, dopo che il No aveva vinto due anni prima, è stata vissuta da molti come un tradimento. Da allora la classe politica ha sempre scaricato tutte le colpe sull’Europa per nascondere i propri fallimenti, senza valorizzarne gli aspetti positivi. Questa volta Macron ha giocato in contropiede perchè è l’unico a difendere la costruzione europea. Mentre la candidata Fn chiedeva di ritirare la bandiera europea dagli studi tv in cui appariva, lui ha chiesto ai suoi militanti di sventolarla. In questo senso il ballottaggio per la presidenza sarà un nuovo referendum sull’Europa.
Marine Le Pen fa politica da 24 anni mentre Macron ha iniziato da appena cinque anni ed è molto meno allenato ai duelli tv. Se stasera la Le Pen riuscirà a utilizzare la sua combattività senza apparire velenosa, potrebbe disarmare un candidato che non è abituato alle schermaglie verbali.
Un faccia a faccia di 2 ore e 20 del quale si discute da settimane. Analisti e commentatori ricordano l’importanza che la sfida televisiva ha rivestito nella storia della Quinta Repubblica: dai dibattiti storici di François Mitterrand contro Valéry Giscard d’Estaing (1974) e Jacques Chirac (1988), fino all’ultimo, del 2012, quando François Hollande polverizzò Nicolas Sarkozy con la celebre anafora ‘Moi Président…’. Mentre nel 2002 Jacques Chirac oppose il gran rifiuto alla possibilità di apparire davanti alle telecamere al fianco di Jean-Marie Le Pen, il padre di Marine più volte condannato per razzismo e xenofobia.
Dopo giorni su e giù per la Francia, i due sfidanti si sono concessi questa mattina qualche ora di riflessione e riposo, in attesa di salire nell’arena della Plaine-Saint-Denis, gli studios nel nord di Parigi in cui si consumerà la sfida dinanzi a milioni di francesi. Macron a destra, Le Pen a sinistra, 14 telecamere puntate su di loro e senza pubblico in sala: il Grand Débat verrà trasmesso a reti unificate da TF1 e France 2 in diretta, a fare le domande su 12 temi, dall’Ue all’immigrazione, fino ai temi legati al terrorismo, alla sicurezza alla lotta alla disoccupazione, saranno i due capi dei rispettivi servizi politici delle due emittenti, Christophe Jakubyszyn e Nathalie Saint-Cricq, una soluzione accettata dalle parti, che non avevano trovato l’accordo sui nomi dei conduttori più popolari.
Fino all’ultimo si discute di modalità, dopo che i due hanno rifiutato la ‘novità’ di dibattere in piedi dietro un leggio: saranno uno di fronte all’altro, al tavolo, e – a meno di sorprese dell’ultimo secondo – continueranno a essere vietate, mentre i candidati parlano, le inquadrature del viso dell’avversario. Sullo sfondo, come nel 2007 e nel 2012, un’immagine rigorosamente fuori fuoco dell’Eliseo, in attesa che per uno dei due diventi realtà.
Cocis