Bocciatura parziale della riforma Madia sulla Pubblica amministrazione. La Corte Costituzionale, infatti, ha dichiarato l’illegittimità dove si prevede che l’attuazione della riforma, attraverso i decreti legislativi, possa avvenire con il semplice parere della Conferenza Stato-Regioni o Unificata. Secondo la Consulta è invece necessaria la previa intesa per quanto riguarda le norme relative alla dirigenza, partecipate, servizi pubblici locali e pubblico impiego.
La Corte si è pronunciata dopo un ricorso della Regione Veneto e ha circoscritto il giudizio alle misure della delega Madia impugnate dalla Regione stessa, lasciando fuori le norme attuative. ‘Le pronunce di illegittimità costituzionale colpiscono le disposizioni impugnate solo nella parte in cui prevedono che i decreti legislativi siano adottati previo parere e non previa intesa’, si spiega nella sintesi della sentenza. In particolare, sono stati respinti i dubbi di legittimità costituzionale relativi alla delega per il Codice dell’amministrazione digitale.
Le dichiarazioni di illegittimità costituzionale riguardano quindi esclusivamente le deleghe al Governo in tema di riorganizzazione della dirigenza pubblica, per il riordino della disciplina vigente in tema di lavoro alle dipendenze delle pubbliche amministrazioni, di partecipazioni azionarie delle pubbliche amministrazioni e di servizi pubblici locali di interesse economico generale.
La Consulta, guardando al futuro, sottolinea comunque che le eventuali impugnazioni delle norme attuative dovranno tener conto delle concrete lesioni delle competenze regionali, alla luce delle soluzioni correttive che il Governo, nell’esercizio della sua discrezionalità, riterrà di apprestare in ossequio al principio di leale collaborazione.
E se le opposizioni esultano per il pronunciamento della Consulta, Matteo Renzi lo spiega come il simbolo di un Paese bloccato: ‘Noi avevamo fatto un decreto per rendere licenziabile il dirigente che non si comporta bene e la Consulta ha detto che, siccome non c’è intesa con le Regioni, avevamo chiesto un parere e la norma illegittima. E poi mi dicono che non devo cambiare le regole del Titolo V. Siamo circondati da una burocrazia opprimente’.
Intanto il ministro Madia ha convocato per mercoledì 30 novembre i leader di Cgil, Cisl e Uil, Susanna Camusso, Annamaria Furlan e Carmelo Barbagallo per discutere del rinnovo del contratto dei dipendenti pubblici.