Giro di vite per gli statali. E in particolare pugno di ferro contro molestatori e corruttori. Nel nuovo contratto della pubblica amministrazione un capitolo ad hoc riguarda il codice disciplinare, con una mappa dettagliata delle condotte da evitare, degli obblighi da rispettare se non si vuole incappare in sanzioni che vanno dal semplice rimprovero verbale all’espulsione. Dopo otto anni di blocco e una riforma, quella firmata da Madia, appena entrata in vigore c’era da aggiornare il quadro e dalle prime bozze in circolazione le novità sembrano non mancare.
Arriva così il licenziamento per chi si macchia di molestie sessuali o comunque di particolare gravità, quando il tutto non è riconducibile a un singolo episodio. Vale lo stesso per chi prende e offre regali sopra i 150 euro in cambio di altri favori. Le nuove regole si mettono quindi al passo con i tempi, con i cambiamenti della società. Si pensi, ad esempio, che lo stalking è diventato reato nell’ordinamento italiano quando ormai l’ultimo contratto era già chiuso, era il 2009. Ovviamente le sanzioni sono graduate, per cui in prima battuta il travet in questione viene redarguito con una sospensione dal servizio e dalla retribuzione che va dagli undici giorni a sei mesi.
Ma la P.a. non perdona: se il molestatore è ‘recidivo’ perde il posto.
Il pacchetto di misure verrà discusso martedì, nel tavolo di confronto tra sindacati e Aran, l’Agenzia che è la faccia del governo nei negoziati sul contratto.