“Dodici mesi complessi e affascinanti”, ha detto Calderone: “Abbiamo privilegiato l’ascolto con i corpi sociali e il confronto proficuo con le commissioni parlamentari.
Il primo passo sul terreno dell’occupazione è stato quello di mettere mano all’accompagnamento al lavoro e al sostegno per chi non può lavorare. Calderoni ha sottolineato lo spirito della riforma del reddito di cittadinanza varata con il decreto del primo maggio. “Molto buoni i risultati dei primi due messi di attività della piattaforma. Che dimostrano la falsità di certi miti”. Un cambio di passo – ha sottolineato il ministro Calderone – che tiene conto anche del dinamismo del mercato del lavoro. “È strategico adattare gli strumenti agli scenari che cambiano, pensiamo alla legge sullo smart working completamente superata con l’emergenza pandemia. E ancora il tema dell’intelligenza artificiale, che “non può uccidere il lavoro manuale”, le normi più stringenti sulla sicurezza.
La stella polare del governo restano i contratti collettivi che non si sposano con il salario minimo. Sul quale abbiamo un approccio più realistico e meno ideologico. Che vede protagonista la contrattazione collettiva, “come anello fondamentale fra regole generali e accordi siglati dalle organizzazioni comparativamente più rappresentative”. Infine l’impegno a smascherare il lavoro ‘spurio’ e le false cooperative che lucrano. “Il lavoro è un diritto ma anche un dovere”.