E’ legittimo che la politica affermi il suo primato e si assuma la responsabilità delle scelte, persino le più bizzarre, ma non è giusto vedere lo Stato contro lo Stato, ministri che dicono a chiare lettere di diffidare dell’operato dei funzionari del proprio dicastero o addirittura tengano istituzioni fuori dalla porta violando le regole del protocollo. Nei giorni scorsi il Vice Premier Di Maio ha attaccato in modo aspro il ragioniere generale dello Stato accusandolo di infedeltà alla Costituzione e costringendolo a salire al Quirinale dove Mattarella gli ha rinnovato la fiducia. E’difficile capire sin d’ora quali saranno gli effetti di questo strappo, di certo legato alla stesura della legge di Stabilità. Questo è uno dei tanti episodi di questi primi mesi di governo giallo-verde. Sia chiaro che gli scontri tra politica e burocrazia hanno sempre caratterizzato la storia della nostra Repubblica, ma negli ultimi anni è diventato, quasi, un tormentone quotidiano.Spesso è l’alibi dietro al quale la politica si cela per nascondere le proprie debolezze.Alcuni esponenti dell’attuale governo sono arrivati alle minacce pubbliche di epurazioni. Protagonisti assoluti di questo nuovo modo di affrontare il confronto-scontro con gli alti burocrati dello Stato sono Salvini e Di Maio ciascuno per ragioni legate ai propri dicasteri. Entrambi hanno esultato per l’intesa trovata sul DEf , salutandola come una vittoria contro la resistenza della ragioneria generale dello Stato e dei suoi uffici. E’ vero che a volte gli uffici sono lenti e caotici e commettono errori che rallentano l’azione politica. Al ministero dello Sviluppo economico retto dal Ministro e Vice Prememier Di maio ,i direttori generali non vengono ricevuti e quando accade è lo staff personale del ministro a farlo. In questa accesa diatriba oltre allo scontro accade anche che lo Stato non ascolti lo Stato. Infatti in vista degli aumenti di luce e gas i rappresentanti dell’Authority, avevano chiesto appuntamento al Ministro Di Maio, il quale non solo non li ha ricevuti ma non ha nemmeno risposto alla loro richiesta d’incontro. Questo nuovo modo d’impostare il rapporto della politica con la burocrazia creerà nel tempo danni irreparabili. Occorre una seria riforma che da anni si aspetta. Ma anche i nuovi politici vorranno rinunciare allo scudo dietro al quale nascondere le proprie difficoltà?
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