“Il campione analizzato riconosce che esiste uno stato di emergenza, quindi la dichiarazione è necessaria“, spiega Masia, anche per chi “ha un orientamento più sinistrorso”. Gli italiani hanno cioè recepito il senso della decisione, come ha spiegato più volte il titolare dell’Interno Piantedosi doverosa in quanto permette all’esecutivo “di dotarsi e di dotarci di procedure semplificate per poter essere all’altezza della sfida di questa complessità: cioè fasi di concentrazione acuta degli sbarchi su luoghi ben definiti, che sono soprattutto i luoghi di sbarco di Sicilia e Calabria e quindi di procedere a tutti gli adempimenti conseguenti con modalità più celeri”. Più scettico il 34 per cento degli intervistati, convinto che si tratti di una presa di posizione “inutile”. Il restante 12 per cento si dice non in grado di rispondere.
Osserva il vicepresidente della Camera Fabio Rampelli: “La protezione speciale è uno status giuridico suppletivo rispetto alla protezione internazionale prevista dalla legislazione europea ed extraeuropea. Se qualcuno sostiene il contrario significa che confonde gli istituti giuridici. Nella scorsa legislatura sono stato primo firmatario di una pdl abrogativa; affinché venisse meno non solo l’ibrido normativo italiano; usato dai trafficanti di uomini per ingrossare le file delle loro tratte di schiavi. Ma anche per mettere l’Ue di fronte alle sue responsabilità”.