Stato-mafia: al via a Palermo il processo d’appello, Mori in aula

Entra la Corte. Si e’ aperto stamane, al Palazzo di giustizia di Palermo, il processo d’appello sulla trattativa Stato-mafia. La Corte d’assise d’appello e’ presieduta da Angelo Pellino. Presenti nell’aula della seconda sezione penale d’appello i sostituti pg Giuseppe Fici e Sergio Barbieri; e gli imputati ‘eccellenti’, gli ex ufficiale del Ros Mario Mori e Giuseppe De Donno, accompagnati dai legali Basilio Milio e Francesco Romito. In aula anche i legali di Massimo Ciancimino, Roberto D’Agostino e Claudia D’Agostino. Presente pure il collegio difensivo di Marcello Dell’Utri, Francesco Centonze, Tullio Padovani e Francesco Bertorotta. L’avvocato Giovanni Airo’ Farulla (in rappresentanza del Comune di Palermo) e l’avvocato Caserta, in rappresentanza dell’avvocatura dello Stato. Nonche’ gli avvocati Domenica Grassa (Libera), Ettore Barcellona e Francesco Cutraro (Centro Pio La Torre). Ettore Barcellona sostituisce l’avvocato Ammannato, parte civile dell’Associazione vittime della strage dei Georgofili. La sentenza di primo grado del 20 aprile dell’anno scorso aveva sancito che la trattativa c’e’ stata. Il patto scellerato tra pezzi dello Stato e Cosa nostra e’ stato siglato. Duro il dispositivo della Corte d’assise di Palermo, presieduta da Alfredo Montalto, pronunciato nell’aula bunker del Pagliarelli al termine di oltre quattro giorni di camera di consiglio. Le motivazioni sono state depositate il successivo 19 luglio, nel giorno del 26esimo anniversario della strage di via D’Amelio.

Dopo cinque anni di udienze, boss e politici sono stati dichiarati colpevoli del reato di minaccia e violenza al corpo politico dello Stato. Per Marcello Dell’Utri sono state punite le condotte commesse contro il governo Berlusconi. I carabinieri del Ros sono stati condannati per i fatti commessi fino al 1993; Dell’Utri per i fatti del 1994: da una parte la trattativa sarebbe stata intavolata dai carabinieri, da un certo punto in poi da Dell’Utri. Condannati a 12 anni di carcere i generali del Ros Mario Mori e Antonio Subranni, l’ex senatore di Forza Italia Marcello Dell’Utri e il boss Antonino Cina’; a 28 anni Leoluca Bagarella, la pena piu’ pesante. Otto anni al colonnello Giuseppe De Donno. Stessa pena per Massimo Ciancimino accusato di calunnia nei confronti dell’allora capo della polizia Gianni De Gennaro, mentre e’ stato assolto dall’accusa di concorso esterno in associazione mafiosa. Prescrizione per Giovanni Brusca. Assolto l’ex ministro Nicola Mancino, accusato di falsa testimonianza, uscito definitivamente dal procedimento.

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