– E’ una “delegittimazione oggettiva” quella che si sta verificando nei confronti dei magistrati dell’inchiesta sulla cosiddetta trattativa tra Stato e Mafia da parte del Quirinale. Lo ha detto il leader dell’Idv, Antonio Di Pietro, intervistato da Sky Tg24. “Noi non accettiamo di essere chiamati polemisti giacché poniamo un problema costituzionale”, ha premesso Di Pietro: “In un momento cosi’ delicato, in cui i magistrati cercano di capire chi è che tirava le fila rispetto a un fatto accertato, sollevare un argomento di lana caprina non e’ altro che una scusa e non un problema di difesa costituzionale del ruolo del capo dello Stato”. Napolitano, infatti, “e’ li’ dal sette anni e” per risolvere il tema delle intercettazioni al Quirinale, “poteva inviare messaggi alle camere, farlo proprio adesso e’ una delegittimazione oggettiva”, aggiunge Di Pietro: “E’ gia’ documentato che ai tempi di Napolitano, di Mancino, di Conso e di tante altre persone, una trattativa e’ avvenuta. Chi ne e’ stato l’ideatore lasciamolo decidere ai giudici”. Infine, l’ex pm rileva come “ll magistrato Scarpinato e’ andato a finire sotto inchiesta per aver chiesto di rispettare la memoria di Borsellina e a Ingroia, solo perche’ ha detto ‘sto svolgendo il mio dovere’, e’ stato risposto ‘vattene in Guatemala”.
Agi