Stefano Bandecchi, colorata personalità sociale, politica ed imprenditoriale ‘arricchisce’ il centrodestra

Stefano Bandecchi,  sindaco di Terni,  segretario di Alternativa popolare, partito derivato dal dissolto Nuovo Centrodestra di Angelino Alfano e forza d’ispirazione cristiano democratica.

Bandecchi presentò alle elezioni amministrative del 2023 venendo eletto eletto sindaco di Terni con il 54,62% dei voti al ballottaggio del 29 maggio. La sua attività da primo cittadino è stata caratterizzata da dichiarazioni pirotecniche, insulti e scontri,  anche fisici, con le opposizioni.

Ne racconto l’ultima in ordine di tempo: Bandecchi sputa in faccia a un cittadino e poi lo accompagna a casa. Sui social circola il video che mostra il sindaco di Terni – famoso per le sue affermazioni e reazioni sopra le righe – che se la prende con un uomo colpevole di averlo provocato sui social.

Beve da una bottiglietta d’acqua e gli sputa in faccia. Bandecchi alza i toni, mentre l’uomo non si scompone nonostante quanto avvenuto e la maglietta bagnata. Poi il sindaco gli intima di andare a casa, salvo poi decidere di accompagnarlo: “Dove abita? La voglio accompagnare a casa”. Alla discussione assistono alcune persone, tra cui, si intende da quello che viene detto, alcuni agenti. “Tranquilli, lui voleva essere sputato, gli ho sputato. Ora andiamo a casa”, dice Bandecchi per rassicurare i presenti. Lo prende sotto braccio e si avvia mentre discute con lui. Questo evento caratterizza chiaramente il profilo umano e politico del sindaco di Terni.

Intervistato a La Zanzara su Radio24 il 6 settembre 2023, Bandecchi ha quantificato il suoi averi: “Circa 3 miliardi, considerando che solo l’università vale 2 miliardi e 300/400 milioni, più o meno, più le altre aziende collegate. Quelle piccole”. Bandecchi è infatti il fondatore dell’università telematica Unicusano.

II suo ingresso nel mondo del lavoro avvenne quando era giovanissimo: Banddecchi racconta di essere stato pescatore e manovale, figlio di papà “camionista comunista” di mamma “massaia”.

L’ateneo Unicusano, che edita anche radio e tv, gli è servito come trampolino mediatico per imporre la sua verve aggressiva nel dibattito pubblico.

Nel giugno del 2017, Bandecchi ha rilevato la Ternana Calcio. Durante la sua gestione si sono verificate sporadiche frizioni con le tifoserie. Al cronista che domandava se fosse vero che avesse sputato a un tifoso, il diretto interessato rispondeva così: “Se mi sputano in tre io non solo sputo a mia volta, ma dico anche che se non ci fossero state le barriere avrei dato loro due schiaffi”. Bandecchi ha poi ceduto la Ternana con l’ingresso in politica nel 2023.

A metà settembre 2023 fu recapitata una lettera di minacce contro il sindaco di Terni, firmata da sedicenti Nar, Nuclei armati rivoluzionari, un’organizzazione eversiva attiva negli Anni ’70.

La risposta di Bandecchi: “Morire non è la cosa peggiore che mi possa capitare, mentre sapere che ci sono dei dementi come voi in giro mi dà un po’ fastidio, ma spero di incontrarvi, così qualcuno tra noi scomparirà“.

Stefano Bandecchi ha avuto più volte guai con la giustizia. Dopo uno scontro in consiglio comunale ha preso una denuncia per minacce, oltraggio a pubblico ufficiale e interruzione di pubblico servizio. Nel gennaio del 2023 è stato indagato insieme ad altri per presunti reati fiscali riguardanti la gestione dell’università Unicusano.

Bandecchi, forte del suo passato nei paracadutisti della Folgore, non teme nulla. Qualche tempo fa è stato avvistato con indosso una maglietta recante lo slogan del corpo militare: “Belli come la vita, neri come la morte”.

Questo il Bandecchi-pensiero sulla giustizia italiana, affidato al Corriere della Sera: “Tre, quattro volte mi hanno svegliato all’alba per le perquisizioni, cercavano documenti e li ho mandati affan*ulo. Non mi hanno nemmeno permesso di togliermi il pigiama, tant’è che dormo in tuta. Non ho paura, sono stato in guerra, ho visto la gente che muore. Il problema sarà quando esco. Non mi sono mai fidato di magistratura, non mi fido delle istituzioni italiane sennò non entravo in politica”.

E ancora: “Come potrei quando ho visto quello che hanno fatto a Tortora? Quando chi lo accusò ha fatto carriera, o quando c’è gente assolta dopo vent’anni. Che caz… di nazione è secondo lei? Non faccio politica perché non ho niente da fare, potevo godermi tutti i soldi che ho fatto”.

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