L’ex stratega della campagna elettorale di Donald Trump, Steve Bannon, torna in libertà e corre in aiuto al candidato repubblicano alle presidenziali Usa. Giusto in tempo per il voto del 5 novembre, il politologo è uscito dal carcere federale di Danbury, in Connecticut, dove ha trascorso gli ultimi quattro mesi per scontare la pena di oltraggio al Congresso, dopo essersi rifiutato di comparire davanti alla Commissione d’inchiesta della Camera in relazione all’inchiesta sull’assalto al Campidoglio del 6 gennaio 2021.
Il guru dell’estrema destra americana Steve Bannon è stato scarcerato il 29 ottobre, una settimana prima del voto. Era in prigione per essersi rifiutato di testimoniare di fronte al congresso sui fatti del 6 gennaio.
Steve Bannon, stratega di Trump nel 2016 e conduttore della trasmissione War Room è stato scarcerato visto che i suoi avvocati avevano richiesto che l’uomo potesse passare l’ultima settimana dei suoi 120 giorni di pena nella propria abitazione agli arresti domiciliari ma, nonostante questa richiesta, il giudice aveva respinto questa domanda.
Bannon si trovava in carcere a scontare una sentenza di 120 giorni perché si era rifiutato di seguire un mandato di comparizione davanti al Congresso degli Stati Uniti, in un’udienza della commissione che indagava sui fatti del 6 gennaio 2021.
In quel giorno si teneva l’approvazione formale del risultato delle elezioni del 5 novembre 2020, quando Joe Biden vinse contro Donald Trump. Il protocollo prevedeva un voto del Senato presieduto dal vicepresidente Mike Pence, a cui Trump chiese di fermare le procedure e non confermare il risultato. Dopo un comizio dello stesso Trump, un gruppo di suoi sostenitori si diresse dalla Casa Bianca verso il Congresso, riuscendo a entrare e distruggendo parte degli arredi interni.
Poche ore dopo l’uscita dal carcere, Steve Bannon è tornato a recitare il ruolo di “prigioniero politico” in una puntata del suo podcast War Room, nella quale ha accusato l’ex presidente della Camera democratica Nancy Pelosi di averlo mandato in prigione “per reprimere il potere di questo spettacolo e per spezzarmi”.
“Quattro mesi di prigione federale non mi hanno spezzato – ha affermato – Mi hanno dato potere. Sono più energico e più concentrato di quanto lo sia stato in tutta la mia vita”.
A distanza di qualche ora, Bannon si è presentato davanti ai giornalisti in conferenza stampa per tornare all’attacco di Pelosi, di Joe Biden e dei democratici, e soprattutto per reclamare il timone della campagna tra i seguaci della frangia di estrema destra dell’elettorato trumpiano.
“Trump vincerà in modo netto, abbiamo visto i sondaggi, siamo molto fiduciosi. Martedì vedrete numeri incredibili, credo che possa prendere più di trecento grandi elettori” ha dichiarato l’ex consigliere del tycoon, che ha rivelato di aver telefonato all’ex presidente subito dopo la scarcerazione, ma senza rivelare i dettagli della conversazione.
Nella nuova puntata del suo podcast, l’ideologo dell’estrema destra americana aveva esortato la base a non avere timori perché chi li ha “non è degno di far parte di questo movimento”, avvisando il pubblico del suo video podcast di “prepararsi alla prigione”.
Steve Bannon, ha rilasciato un’intervista al Corriere della Sera, parlando soprattutto della presidente del Consiglio Giorgia Meloni: “Nel movimento qui, pensano che Meloni si è quasi trasformata in una Nikki Haley. Comunque penso che il suo atteggiamento cambierà con l’arrivo del presidente Trump, che la convincerà. E che i Paesi della Nato saliranno a bordo abbastanza rapidamente. Altrimenti, se crede davvero a quello che ha detto negli ultimi anni, dovrebbe essere pronta con gli altri in Europa a metterci i soldi, a staccare assegni grandi quanto i discorsi. Noi del movimento Maga siamo irremovibili, vogliamo tagliare al 100% i fondi per l’Ucraina alla Camera. Trump dirà che vuole la pace in Ucraina. Non parlo per lui, ma è evidente che vuole porre fine a questa semi-ossessione di spingere la Nato quasi in territorio russo. Lui non l’appoggerà, ma lei l’ha fatto, è stata al gioco.Non abbiamo bisogno di aiuto da nessuno in Europa. I populisti hanno preso questo Paese, Trump è un grande leader e sono certo che sarà magnanimo, ma il movimento Maga, che è più a destra di Trump, dirà che l’Europa non ha fatto nulla per gli Stati Uniti. Non pagheremo per la vostra difesa mentre lasciamo che ci colpiate con accordi commerciali sbilanciati. Sì, i dazi stanno arrivando, dovrete pagare per avere accesso al mercato Usa. Non è più gratis, il libero mercato è finito, perché l’Europa ha abusato di noi, come hanno fatto gli altri alleati”, ha poi concluso l’ex stratega di Trump.
Steve Bannon è stato il capo stratega e amministratore delegato della prima campagna elettorale di Donald Trump, nel 2016. Era prima stato produttore cinematografico e membro del CdA di Cambridge Analytica.
È stato tra i maggiori sostenitori del movimento Alt-Right, la destra alternativa americana che ha sostenuto fortemente le candidature di Donald Trump e dei politici a lui vicini, anche grazie alla direzione del giornale on-line Breitbart News e del podcast War Room.
Trump gli ha concesso la grazia presidenziale nel 2020 sollevandolo dalle accuse di frode e cospirazione. È stato comunque condannato nel 2022 per oltraggio al Congresso, reato per cui ha scontato, come detto, 4 mesi di carcere.