Stop agli sfratti per redditi bassi e posticipazione web tax

Via libera al Milleproroghe, con i fondi per ”salvare” il bilancio del comune di Roma, la correzione alla norma sugli ”affitti d’oro” degli uffici pubblici e anche qualche sorpresa, come lo slittamento di sei mesi della web tax e degli sfratti, ma non in modo generalizzato. Ma anche 5 miliardi freschi da destinare a lavoro, lotta alla povertà, infrastrutture, scuola. Il Consiglio dei ministri di fine anno non si limita alla solita lista di norme alle quali allungare la vita, che rientrano nel tradizionale Milleproroghe, ma sblocca anche un pacchetto di fondi Ue che l’Italia rischiava di perdere a causa della ‘pigrizia’ con cui viene programmato l’utilizzo delle risorse.

Con il decreto Milleproroghe il governo mette innanzi tutto una toppa al pasticcio del Salva Roma, il provvedimento uscito snaturato dal passaggio parlamentare e ritirato alla vigilia di Natale dopo i rilievi del Quirinale. Nel nuovo provvedimento, come ha spiegato in conferenza stampa il premier Enrico Letta, vengono riversate le norme che non potevano essere perse per strada, in particolare quelle relative al bilancio della Capitale (con 115 mln per il passivo e fondi per la raccolta differenziata) e quella sui cosiddetti affitti d’oro degli uffici pubblici, che potranno recedere entro giugno. Il sindaco Ignazio Marino esprime piena soddisfazione, perchè si mettono in salvo i conti del Comune. Ma tutta la vicenda, ha comunque riconosciuto Letta, ha reso evidente come “in questo paese sia essenziale una riforma complessiva del procedimento legislativo”, a partire “dal bicameralismo perfetto”, a cui bisogna mettere mano “nel 2014”.

Per il resto, il decreto assicura una vita più lunga a norme quali il divieto di incrocio tra giornali e tv e per gli sfratti una soluzione intermedia: stop di soli sei mesi e per chi ha meno di 21.000 euro di reddito famigliare, un malato, un disabile grave o un anziano in casa. A sorpresa arrivano due modifiche alla Legge di Stabilità appena votata: la Web Tax slitta di sei mesi e il bonus per i mobili, contrariamente a quanto stabilito, potra’ essere piu’ alto delle spese per la ristrutturazione.

Il rischio di non riuscire a usufruire di un cospicuo pacchetto di fondi europei (“spesso li buttiamo via perché non siamo in grado di usarli nei tempi giusti”, ha ammesso Letta) è invece stata la molla che ha spinto il governo a varare il secondo provvedimento, che è di di tipo amministrativo, con cui si spinge sul pedale dell’acceleratore nell’utilizzo delle risorse della politica di coesione. In totale, hanno spiegato Letta e il ministro per la coesione territoriale Carlo Trigilia che ha lavorato alle misure, si tratta di un salvadanaio da 6,2 miliardi di euro, di cui 1,2 sono stati però già riservati al sostegno del credito per le pmi nella Legge di Stabilità.

L’intervento deciso oggi “vale” quindi 5 miliardi ed è costituito da quattro capitoli. Al sostegno alle imprese va, oltre al miliardo e 200 milioni della legge di Stabilità, un miliardo per sostenere la nuova imprenditorialità. C’è poi un pacchetto tutto dedicato all’occupazione, cui vengono destinati 700 milioni (150 per i giovani, 200 per donne e anziani e 300 per la riallocazione dei disoccupati): “attraverso i fondi di giugno e questi nuovi arrivano a quasi 3,8 miliardi i soldi per l’occupazione giovanile”, ha sottolineato il ministro del Welfare Enrico Giovannini, aggiungendo che “siamo a 4,2 miliardi di riduzione del cuneo nel 2014”.

Il terzo capitolo preso in considerazione dalle misure è quello relativo alla lotta alla povertà: i fondi destinati in questo caso ammontano a 300 milioni e, come ha spiegato Giovannini, contribuiranno far partire le erogazioni del Sia (Sostegno all’inclusione attiva) a 400mila persone da aprile del 2014. Il pacchetto più corposo è comunque riservato alle misure a sostegno delle economie locali, cui andranno 3 miliardi: si tratta in sostanza di fondi per infrastrutture, che come ha assicurato il ministro Maurizio Lupi saranno immediatamente cantierabili: 500 milioni sono per il Piano Città, 1 miliardo per il Piano 6.000 Campanili, 1 miliardo per la valorizzazione dei beni storici, culturali e ambientali e promozione dell’attrattività turistica anche in vista dell’Expo 2015 e 500 milioni per la riqualificazione, messa in sicurezza ed efficientamento energetico degli edifici scolastici, un impegno a cui Letta tiene “moltissimo” perché “le nostre scuole non sono all’altezza”

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