Smettere di fumare non è facile, ma una motivazione forte come la gravidanza, che sia già in corso o si stia programmando, può fare la differenza. Aiutare i futuri genitori a spegnere definitivamente la sigaretta è l’obiettivo del “Progetto Mariaelena” – giovane mamma e volontaria scomparsa prematuramente – nato dalla collaborazione tra il Centro antifumo dell’Istituto Nazionale dei Tumori di Milano, il Presidio Ospedaliero Macedonio Melloni-A.S.S.T. Fatebenefratelli Sacco e finanziato e promosso dall’Associazione Salute Donna Onlus.
L’iniziativa ha il duplice obiettivo di sensibilizzare le gestanti a smettere di fumare eliminando un importante fattore di rischio per il feto e aiutare i papà a dire basta alle sigarette per creare una casa senza fumo.
Smettere di fumare in gravidanza è il più grande regalo che una mamma possa fare al proprio bambino. I pericoli associati al fumo in gravidanza sono infatti molto significativi, e comportano un aumento di rischio di parto prematuro, di aborto spontaneo e di gravidanza extrauterina. Inoltre, il fumo può danneggiare direttamente il bambino: quando si fuma vengono inalate oltre quattromila sostanze dannose che dai polmoni della mamma raggiungono il flusso sanguigno. Da qui, attraverso la placenta e il cordone ombelicale raggiungono il feto.
L’effetto principale riguarda la riduzione dell’apporto di ossigeno, essenziale per la corretta crescita del bambino. Un ridotto apporto di ossigeno può interferire con il corretto sviluppo dei polmoni, inoltre costringe il cuoricino del piccolo a pompare con una maggiore frequenza per sopperire alla carenza di questo elemento essenziale. I danni del fumo si protraggono anche dopo la nascita: la nicotina assunta dalla mamma passa al neonato attraverso il latte materno rendendolo irritabile. Il fumo aumenta inoltre il rischio di morte in culla di almeno il 25 per cento.
Le donne in gravidanza devono fare attenzione anche a esporsi al fumo passivo, che comporta rischi di complicanze perfettamente sovrapponibili a quelli di una fumatrice, se non addirittura, paradossalmente, più alti.
Il progetto, che si svolge all’Ospedale Macedonio Melloni, ha preso avvio più di un anno fa ed è articolato in diverse attività che vanno dalla sensibilizzazione delle donne e dei loro familiari attraverso interventi informativi durante i percorsi di accompagnamento al parto, fino alla vera e propria presa in carico della persona per il percorso di disassuefazione dal fumo. Tutto ciò grazie all’attivazione, a partire dallo scorso giugno, di un ambulatorio dedicato.
L’iniziativa è gestita dall’equipe del Centro antifumo dell’Istituto Nazionale dei Tumori di Milano, di cui è responsabile il dottor Roberto Boffi, in collaborazione con lo pneumologo Flavio Allegri e la psicologa Elena Munarini. La dottoressa incontra le future mamme durante gli appuntamenti mensili organizzati in Macedonio Melloni, che riguardano la gravidanza e l’allattamento: l’obiettivo è di illustrare i rischi del fumo attivo e passivo in questa delicata fase della vita e informare sulla possibilità di aiuto per smettere di fumare, per sé e/o per i propri familiari. Le fumatrici e i loro compagni che desiderano intraprendere questo percorso verranno seguiti gratuitamente e senza lista di attesa.
Dire basta al fumo è possibile e nel 2018, in Italia, ci sono riusciti ben 725.000 fumatori e fumatrici. Proprio la gravidanza può essere l’occasione giusta per smettere di fumare definitivamente, trasformando la necessità di tutela della salute della futura mamma e del feto in un’opportunità per tutta la famiglia di migliorare definitivamente la qualità della propria vita.
Il fumo non è un semplice “vizio”, ma una vera e propria dipendenza causata dalla nicotina, da considerarsi a tutti gli effetti una droga, come ha sancito in modo definitivo l’Organizzazione Mondiale della Sanità. E chi prova a smettere di fumare può infatti trovarsi in difficoltà a causa dei sintomi da astinenza (insonnia, irritabilità, ansia, cefalea e difficoltà di concentrazione) e quindi scoraggiarsi e abbandonare il proposito.
“Per noi è un orgoglio essere il primo ospedale materno infantile in Italia ad affrontare in maniera specialistica il problema del fumo attivando un ambulatorio dedicato – afferma il professor Mauro Busacca, responsabile della Unità Operativa di Ostetricia e Ginecologia della Melloni – I dati dell’Istituto Superiore di Sanità ci dicono che nella fascia di età tra 25-44 anni le donne che fumano sono il 26% e la probabilità che tra queste ci siano donne in gravidanza o che stanno programmando una gravidanza è alta. Si tratta quindi di un target importante sia numericamente sia qualitativamente, in quanto un intervento antifumo in questa fase può avere importanti ricadute sulla salute non solo delle donne, ma anche dei loro bambini e in generale delle persone attorno a loro”.
Ambulatorio antifumo presso l’Ospedale Macedonio Melloni
Attivo tutti i venerdì dalle 09.00 alle 12.30, si accede tramite prenotazione telefonica al n. 02.23903874 o inviando una mail a elena.munarini@istitutotumori.mi.it
Arianna Manzi