Dopo l’intesa di massima raggiunta a luglio, è stato firmato un accordo globale in sede OCSE per introdurre una tassa minima globale per le multinazionali. 136 paesi e giurisdizioni, che rappresentano oltre il 90% del PIL globale, hanno deciso che le imprese multinazionali saranno soggette a un’aliquota minima del 15% a partire dal 2023.
Tassa multinazionali: gettito
L’OCSE ha detto che la tassa minima vedrà i Paesi raccogliere circa 150 miliardi di dollari di nuove entrate all’anno, mentre i diritti di tassazione su più di 125 miliardi di dollari di utili verranno spostati nei Paesi dove le grandi multinazionali realizzano i loro profitti.
Tassa multinazionali: le modifiche
La svolta arriva dopo che sono state apportate alcune modifiche al testo originale. In particolare, l’aliquota del 15% non sarà aumentata in un secondo momento e le piccole imprese non saranno colpite dalle nuove aliquote (il limite è fissato a entrate superiori a 750 milioni di euro). Con Estonia, Ungheria e Irlanda che hanno aderito all’accordo, ora è supportato da tutti i paesi dell’OCSE e del G20. Quattro paesi – Kenya, Nigeria, Pakistan e Sri Lanka – non hanno ancora aderito all’accordo.
Tassa multinazionali: le reazioni
“L’accordo odierno renderà i nostri accordi fiscali internazionali più equi – ha affermato il segretario generale dell’OCSE Mathias Cormann – Questa è una grande vittoria per un multilateralismo efficace ed equilibrato. Si tratta di un accordo di vasta portata che garantisce che il nostro sistema fiscale internazionale sia idoneo in un’economia mondiale digitalizzata e globalizzata“.
“L’accordo odierno rappresenta un traguardo irripetibile per la diplomazia economica – ha commentato il segretario al Tesoro USA, Janet Yellen – Abbiamo trasformato instancabili negoziati in decenni di maggiore prosperità, sia per l’America che per il mondo. Dopo la giornata odierna, praticamente l’intera economia globale ha deciso di porre fine alla corsa al ribasso sulla tassazione delle imprese”.