L’attentato avvenuto ieri ad Ankara, considerato come il più grave della storia della Turchia moderna, è costato al Paese un numero elevato di vittime. Si parla di almeno centoventotto persone decedute. Un numero, questo, probabilmente destinato a salire visto che 65 dei 508 feriti versano in condizioni molto gravi. Da oggi è anche iniziato il lutto nazionale, proclamato ieri dal premier Ahmet Davutoglu, che durerà fino a martedì. Migliaia di persone si sono ritrovate infatti stamani nel centro della capitale turca Ankara per commemorare la strage.
Attualmente non ci sono piste sicuri per trovare i responsabili del massacro. Gli investigatori infatti pare brancolino nel buio e non hanno indizi sicuri per identificare chi ha colpito la manifestazione per la pace indetta dai curdi e che ha ucciso in maggioranza attivisti filo curdi e sindacalisti. Non risultano nemmeno rivendicazioni. Il premier Davutoglu ha evidenziato però l’esistenza di elementi che facciano pensare a due attentatori kamikaze, esponendo tutta una serie di possibili piste. I responsabili potrebbero essere terroristi dello Stato Islamico, curdi del Pkk o gruppi dell’estrema sinistra. Mancano gli alieni e il quadro sarebbe stato completo. E’ improbabile però che i curdi e soprattutto i gruppi di estrema sinistra siano coinvolti. Gli analisti ritengono infatti molto poco probabile l’estrema sinistra turca sia dietro questo attacco, avvenuto a tre settimane dalle elezioni del primo novembre. Peraltro è bene anche ricordare che i curdi si trovano in prima fila nella lotta allo Stato islamico.
Oggi comunque il Papa ha attaccato duramente l’attentato, affermando che “gli attentatori hanno colpito persone inermi, che manifestavano per la pace”. Papa Francesco, al termine della recita dell’Angelus in piazza San Pietro, ha poi espresso il suo “dolore per i numerosi morti”, sottolineando di aver “ricevuto con grande dolore la notizia”, il Pontefice assicura la sua “preghiera per quel caro Paese” e chiede “al Signore di accogliere le anime dei defunti e di confortare i sofferenti e i familiari” e invita i fedeli a un momento di raccoglimento e di preghiera silenziosa.
Alessandro Moschini