Sale il bilancio di morti e feriti causati da una duplice esplosione alla stazione di Ankara, dove a mezzogiorno sarebbe dovuta partire una marcia pacifica. Almeno 86 persone hanno perso la vita, mentre 186 sono rimaste ferite. Ad aggiornare il bilancio è stato il ministro della Sanità turco, Mehmet Muezzionglu, spiegando che 62 persone sono morte sul luogo dell’attentato, mentre altre 24 sono decedute in ospedale per le ferite riportate. Muezzinoglu ha quindi sostenuto che l’attacco è stato pianificato da ”professionisti”. Una tesi evidenziata anche dal primo ministro Ahmet Davutoglu secondo cui “ci sono indizi seri” che l’attacco sia stato infatti compiuto da due kamikaze. Davutoglu ha poi annunciato 3 giorni di lutto nazionale. Non è un caso comunque che questo attentato sia avvenuto oggi. La marcia infatti serviva per chiedere la fine degli scontri tra il Pkk (il Partito dei lavoratori del Kurdistan) e le autorità di Ankara. Senza contare che tra tre settimane si terranno le cruciali elezioni politiche per formare il nuovo governo. Intanto Davutoglu ha convocato una riunione di emergenza mentre il presidente turco Recep Tayyip Erdogan ha condannato quello che ha definito un ”attacco terroristico”.
Alla marcia era prevista la partecipazione di membri della Confederazione dei dipendenti del settore pubblico (Kesk), della Confederazione dei sindacati rivoluzionari dei lavoratori (Disk), l’Unione degli architetti e ingegneri turchi (Tmmob) e l’Assosciaione dei medici turchi (Ttb). Prevista anche la partecipazione del leader del partito filo curdo Hdp, Selahattin Demirtas. E proprio il partito Hdp ha ovviamente condannato su Twitter la duplice esplosione, denunciando però che ”la polizia ha attaccato le persone che cercavano di portare via i feriti dal luogo dell’incontro”. Il leader dell’Hdp ha poi denunciato il partito dell’Akp di Erdogan di avere ”le mani sporche di sangue” e di ”sostenere il terrorismo”.
Un’accusa sostenuta anche da una nota esperta turca di Islam, cristianesimo e secolarismo, Esra Ozyurek, secondo cui l’intento è quello di continuare la guerra con i curdi. L’obiettivo dell’attentato ad Ankara infatti era il partito filo curdo ”Hdp e il suo successo elettorale”, ha spiegato la professoressa di Studi turchi contemporanei presso l’Istituto Europeo della London School of Economics, in un’intervista ad Aki – Adnkronos International. “L”intento è quello di continuare la guerra con i curdi”, ha proseguito evidenziando come “finora nessuno abbia rivendicato l’attacco”. Ma “indipendentemente da chi sia stato, è improbabile che lo abbia fatto senza l’approvazione di qualcuno dell’intelligence turca”. L’antropologa conferma così la tesi del leader dell’Hdp e condivide la valutazione che ”questo attacco è chiaramente legato a quello a Diyarbakir prima delle elezioni di giugno e a quello a Suruc dopo il voto”. L’attentato potrà avere serie ripercussioni sulle elezioni del primo novembre. Secondo Ozyurek ”una possibilità potrebbe essere che Erdogan dichiari lo stato d’emergenza e rinvii le elezioni”.
Alessandro Moschini