Lo supplicavano, ma con viso di pietra ignorava li ignorava e gli sparava a bruciapelo. E’ quanto è emerso nel processo che vede imputato Breivik per il massacro di 77 persone lo scorso 22 luglio in Norvegia perché giustiziava con freddezza i giovani che gli capitavano sotto tiro. .Lo hanno testimoniato i superstiti del massacro di Utoya.Nel sedicesimo giorno di processo, il tribunale di Oslo ha ascoltato le deposizioni strazianti delle giovani persone che hanno visto i loro compagni cadere sotto i colpi di Breivik sull’isola di Utoya il 22 luglio 2011. Quel giorno, l’estremista di destra aveva ucciso 69 persone, in maggioranza adolescenti, aprendo il fuoco su un campo estivo del Movimento della gioventù laburista, subito dopo aver fatto altre otto vittime con un attentato con un’autobomba contro la sede del governo a Oslo.Un liceale 18enne, Lars Henrik Rytter Oeberg, ha raccontato come dalle acque del lago in cui si era gettato, aveva visto Breivik dirigersi verso un ragazzo che tentava di proteggersi la testa con le braccia e come lui aveva gli aveva sparato. “Aveva un viso di marmo”, ha affermato il testimone, “Aveva l’aria molto calma”. La difesa di Breivik ha insistito su questo punto per contrastare una testimonianza ascoltata ieri, secondo cui l’estremista 33 anni esultava mentre sparava sui ragazzi.
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