Un massacro che costò la vita a 77 persone ed un unico imputato: Anders Behring Breivik. Inizia oggi a Oslo, in Norvegia, il processo a carico di Anders Behring Breivik, l’estremista di destra responsabile della bomba a Oslo e il massacro sull’isola Utoya, costati la vita a 77 persone. Poco prima delle otto, in completo scuro, Breivik ha lasciato il carcere a bordo di un pulmino scortato dalla polizia e, entrato nel tribunale distrettuale, ha fatto il saluto nazista appena gli sono state levate le manette. Si è poi seduto fra i suoi avvocati, Geir Lippestad e Vibeke Hein Baera, mentre il procuratore Inga Bejer iniziava l’esposizione dei capi d’accusa. Dopo Breivik potrà dichiararsi colpevole o innocente. L’estremista di destra, 33 anni, sarà interrogato domani e ripeterà la sua tesi di aver agito come legittima difesa di fronte alla politica pro immigrati del governo laburista. L’avvocato Lippestadt ha avvertito che il suo assistito potrebbe perfino esprimere rincrescimento per non aver fatto un maggior numero di vittime.
“Non riconosco i tribunali norvegesi. Avete ricevuto il vostro mandato da partiti politici che sostengono il multiculturalismo”. Lo ha dichiarato Breivik alla corte, sottolineando di “riconoscere i fatti” ma di non sentirsi “colpevole da un punto di vista penale”. Di tutt’altra natura, invece, le testimonianze dei sopravvissuti alla strage, chiamati a testimoniare.
“L’ultima volta che l’ho visto dal vivo stava sparando ai miei amici”, ha detto Vegard Groeslie Wennesland, 28 anni, sopravvissuto alle stragi.
Al centro del processo vi è la questione se Breivik sia o meno sano di mente, una quesito sul quale si confronteranno in aula esperti dai pareri opposti. Poco più di una settimana fa un team di psichiatri ha stabilito che l’imputato era responsabile dei suoi atti e non può essere definito psicotico, ma che vi è un “forte rischio che possa ripetere atti di violenza”. Una precedente perizia psichiatrica conclusa a novembre affermava invece che Breivik soffre di “schizofrenia paranoide”, suggerendo di fatto il suo internamento in un istituto psichiatrico.
In aula testimonieranno anche alcuni dei sopravvissuti del massacro di Utoya, l’isola dove da anni si svolgeva un campo estivo giovanile laburista. Lo scorso 22 luglio, dopo aver fatto esplodere una bomba nel centro di Oslo, che provocò la morte di otto persone, Breivik arrivò sull’isola dove cominciò a sparare all’impazzata: morirono così 69 persone, di cui 67 colpite dalle sue pallottole e due annegate nel tentativo di mettersi in salvo.
Ma affinché il processo possa svolgersi senza spiacevoli colpi di scena, sono state adottate diverse misure di sicurezza. In primis l’area attorno al tribunale è stata chiusa e il passaggio è autorizzato solo per chi è dotato di permesso. Tutti devono superare controlli di sicurezza. L’edificio del tribunale, controllato da poliziotti armati, è stato passato ieri al setaccio anche con l’aiuto di cani. Lo spazio aereo di Oslo è stato vietato ai piccoli aerei. Il pubblico e la stampa potranno seguire il dibattimento attraverso televisori a circuito chiuso che saranno approntati in 17 tribunali sparsi per tutto il paese.