Nuovi arresti nell’ ambito dell’ inchiesta sulla strage di Via D’Amelio. Ad eseguirli, la Dia, su ordine del Gip di Caltanissetta nei confronti di tre persone, ritenute responsabili della tragedia in cui morirono il giudice Paolo Borsellino e la sua scorta. I destinatari della custodia cautelare sono il boss Salvatore Madonia, presunto mandante e due esecutori, Vittorio Tutino e Salvatore Vitale. Il provvedimento è stato notificato dalla Dia in carcere a Madonia e Tutino, già detenuti, e nella casa di cura in cui è ricoverato agli arresti domiciliari per gravi patologie a Vitale. L’ordinanza scaturisce dall’inchiesta aperta dalla Procura nissena sulle dichiarazioni di Gaspare Spatuzza che ha portato alla revisione dei processi ‘Borsellino’ e ‘Borsellino-bis’ davanti la Corte d’appello di Catania. Lo stesso pentito è indagato, cosìcome Madonia, Tutino e Vitale, per strage aggravata.
Tra i destinatari del provvedimento, anche il pentitoCalogero Pulci .
Gli arresti fanno seguito alle indagini che hanno ricostruito la stagione stragista, frutto del lavoro investigativo condotto da un pool di magistrati nisseni, guidato dal procuratore Sergio Lari, dagli aggiunti Domenico Gozzo e Amedeo Bertone e dai sostituti Nicolò Marino, Gabriele Paci e Stefano Luciani. I magistrati hanno raccolto anche riscontri alle dichiarazioni del collaboratore di giustizia Gaspare Spatuzza, che è stato ritenuto attendibile e si è attribuito un ruolo nella preparazione dell’attentato di via D’Amelio, ammettendo di aver rubato la Fiat 126 che venne poi usata come autobomba per assassinare Borsellino.
Il Gip ha inoltre rigettato la richiesta della Procura di emettere un’ ordinanza di custodia cautelare anche per Maurizio Costa, 46 anni. Secondo Spatuzza, sarebbe lui il meccanico che avrebbe sistemato le ganasce della Fiat 126. Costa, interrogato e messo a confronto con Spatuzza, ha negato ogni cosa. Il meccanico e’ stato iscritto nel registro degli indagati per false dichiarazioni al pubblico ministero e favoreggiamento.