Due violente esplosioni, tra le più forti mai registrate, dal cratere del vulcano Stromboli hanno seminato fuoco e morte sull’isola. Un escursionista di 35 anni è morto e la paura l’ha fatta da padrona tra i turisti e gli isolani. C’è stato chi ha cercato riparo in casa, chi si è buttato in mare per paura dei roghi. Chi è caduto, precitando, come due escursionisti per il cui salvataggio sono impegnati i vigili del fuoco. E chi ha potuto si è allontanato in barca.
La notizia della vittima è stata confermata dal sindaco di Lipari Marco Giorgianni e dalla prefettura di Messina. L’escursionista morto, Massimo Imbesi, orginiario di Milazzo, in provincia di Messina, era nella zona in compagnia di un amico brasiliano, che è rimasto ferito in maniera non grave. La zona più colpita è stata la piccola frazione di Ginostra. Secondo l’Ingv, si sono verificate due esplosioni alle 16:46 che hanno scosso lo Stromboli, “sono tra le più forti mai registrate da quando è attivo il sistema di monitoraggio del vulcano”, cioè dal 1985.
La caduta di lapilli ha provocato incendi nella zona dei canneti e alcuni turisti per la paura si sono lanciati in mare. Due i trabocchi di lava scesi dalla Sciara del Fuoco. Vigili del fuoco, personale della Guardia forestale e della Guardia costiera e carabinieri in azione a Ginostra dove la caduta di lapilli ha causato alcuni roghi. Sul posto anche la Protezione civile comunale. Nella zona sono stati inviati i canadair. A Messina, in Prefettura, si è riunita l’unità di crisi.
“La situazione è sotto controllo – ha detto all’AdnKronos il sindaco di Lipari, Marco Giorgianni – Pur trattandosi di un fenomeno di intensità più elevata rispetto alla normale attività del vulcano, non ha prodotto conseguenze negative immediate a livello di maremoto. Pur non rilevandosi la necessità di evacuazione, comprendendo la paura e lo stato di agitazione dei presenti, sono stati dirottati e messi a disposizione alcuni aliscafi per quanti volontariamente hanno preferito lasciare l’isola e raggiungere Lipari”. Sono circa 70 le persone evacuate a Ginostra perché impaurite dalla situazione prodotta dall’eruzione del vulcano.
L’Osservatorio Etneo dell’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia ha confermato che le reti di monitoraggio dell’Ingv hanno registrato alle ore 17,16 ora italiana (le 15:16 Utc), un’esplosione di forte intensità dalla terrazza craterica dello Stromboli. “A partire dalle ore 14:46 e 10 secondi Utc si è verificato un parossisma che ha interessato l’area centro-meridionale della terrazza craterica dove si aprono le bocche dello Stromboli, a circa 800 metri di quota sul mare” ha spiegato il vulcanologo dell’Ingv-Osservatorio Etneo, Marco Neri.
L’Ingv ha riferito che “la sequenza è stata preceduta alle 14:44 Utc da trabocchi lavici da tutte le bocche attive della terrazza craterica”. “Ciò significa che si tratta di esplosioni più energetiche delle altre registrate di minore intensità” ha detto Neri. “Abbiamo osservato in campo – ha spiegato – una colonna eruttiva che si è innalzata per almeno 2 chilometri di altezza al di sopra dell’area sommitale del vulcano Stromboli disperdendosi poi in direzione sud-ovest”.
“I blocchi incandescenti di magma, che prima si frammentano e poi ricadono al suolo, ovvero i prodotti generati dal parossisma, sono ricaduti lungo i fianchi del vulcano” prevalentemente “nella Sciara del Fuoco, una sorta di valle che si apre sul fianco settentrionale, Nord occidentale, del vulcano Stromboli” ha aggiunto il vulcanologo.
C’è chi teme uno tsunami e cerca di lasciare l’isola con ogni mezzo
L’Ingv ha sottolineato che il violento fenomeno esplosivo “si può considerare sostanzialmente concluso”, ma non è possibile prevedere se ci saranno delle repliche. “Sono fenomeni imprevedibili – ha spiegato il direttore dell’Osservatorio Etneo dell’Ingv, Eugenio Privitera – di conseguenza non si possono fare scenari”. E ha ricordato che casi di emissione di così grande energia “sono abbastanza rari, perché lo Stromboli è caratterizzato da un’attività continua ma a bassa energia”.