‘Anche se ancora non abbiamo un accordo, questo è quello che credo accadrà in futuro: la maggior parte dei Paesi europei sposterà le loro ambasciate a Gerusalemme, riconoscendola come capitale di Israele, e si impegneranno con forza, con noi, per sicurezza, pace e prosperità’, così il premier israeliano Benjamin Netanyahu, a Bruxelles, per partecipare ad una colazione informale con i ministri degli esteri Ue.
‘Condanno nel modo più forte possibile tutti gli attacchi agli ebrei, in qualsiasi parte del mondo, incluso in Europa, e in Israele e verso i cittadini israeliani. Un aumento della violenza incendierebbe la regione e sarebbe un regalo agli estremisti e a quanti sono contrari a pace, sicurezza e vivere insieme’, affermal’Alto rappresentante Ue Federica Mogherini, in una dichiarazione congiunta col premier israeliano Benjamin Netanyahu, che ribadisce la volontà di rispettare lo status internazionale di Gerusalemme.
L’Alto rappresentante ha ribadito che per l’Unione europea la soluzione del conflitto è basata sulla formula dei due Stati, con Gerusalemme capitale di entrambe, e continueremo a rispettare l’accordo internazionale su Gerusalemme, fino a quando lo status di Gerusalemme sarà risolto dal negoziato tra le parti. La cosa peggiore che può accadere ora è l’escalation della violenza, prima di tutto nei luoghi sacri, ma anche nella regione e oltre, evidenzia il capo della diplomazia europea: ‘Esprimiamo nel modo più forte il nostro sostegno al lavoro che il re della Giordania sta facendo come custode dei luoghi sacri. Ho incontrato il ministro degli esteri giordano la settimana scorsa e so che condividiamo interessi per il mantenimento dei luoghi sacri, che siano il punto di riferimento per le tre religioni monoteiste’.
In pratica è che Gerusalemme resterà capitale di Israele e di Palestina al nessun Paese europeo imiterà gli Usa spostando la propria ambasciata da Tel Aviv nella Città Santa. Se il premier israeliano Benjamin Netanyahu sperava di dividere gli europei dopo la decisione di Donald Trump, nel suo incontro a Bruxelles con i ministri degli Esteri dei 28 Paesi Ue, il primo di un leader israeliano da 22 anni, ha sbattuto contro un muro. Certo, qualche incrinatura c’è stata, l’Ungheria ha impedito una dichiarazione di condanna della decisione di Trump, rimane però che ieri neppure Budapest si è scostata dal coro, e neppure Praga, che pure qualche giorno fa aveva detto di voler imitare Trump salvo fare dietro marcia: ‘E’ impossibile allentare le tensioni con soluzioni unilaterali’, diceva il ministro degli Esteri ceco Lubomir Zaoralek.
Mogherini assicura che non ci sarà una iniziativa europea e gli Usa, dice: ‘Non si facciano illusioni, una loro iniziativa presa da sola non avrebbe successo’.