Allo scoppio della Prima guerra mondiale molte donne si misero al servizio del Paese e il loro impegno permise allo Stato di affrontare un periodo difficilissimo. Prima opportunità di emancipazione ma, dopo la guerra, il Parlamento sentenziò che le donne dovevano ‘dignitosamente ritirarsi in disparte e riprendere la vita domestica ridando agli affetti familiari l’indiscussa preminenza’. In tante non si arresero. Fra loro Anna Menestrina, Bice Rizzi e Antonietta Giacomelli, tre trentine. Un documentario commissionato dal Servizio Attività culturali e realizzato da Piero Badaloni racconta le loro storie. Il 4 marzo alle 21.10 e in replica l’8 alle 23.30 il canale RAI Storia lo trasmetterà. Il 7 marzo nella prestigiosa sede del MAXXI sarà proiettato nell’evento speciale ‘Cinema al MAXXI’
Il primo ‘debutto’ trentino del documentario sarà a Rovereto giovedì 12 marzo alle 17.30 nella Sala Conferenze del MART. Parteciperanno, fra gli altri, l’autore Piero Badaloni. Ad illustrare, nel documentario, le figure delle tre donne che operarono in Trentino – Anna Menestrina (militante del movimento cattolico femminile, collaboratrice del quotidiano di Alcide De Gasperi. Dopo la Grande Guerra, trascorsa a Trento come segretaria della Croce rossa, è presidente delle donne di Azione cattolica. Ha scritto per molte riviste cattoliche e due romanzi per giovinette); Bice Rizzi (storica, nata in Val di Rabbi, grande promotrice della realizzazione del Museo per il Risorgimento poi divenuto Fondazione Museo Storico del Trentino, arrestata per irredentismo e alto tradimento nel luglio del 1915 e condannata a 10 anni di carcere duro che sconto fino all’8 novembre 1918) e Antonietta Giacomelli (educatrice, giornalista e scrittrice italiana, terziaria dell’Ordine francescano, nata a Treviso ma cittadina di Rovereto per alcuni anni, dov’è sepolta) – sono lo storico Quinto Antonelli autori di molti scritti di approfondimento sulle prime due figure e il direttore della Biblioteca civica di Rovereto Gianmario Baldi, autore di uno scritto dedicato a Antonietta Giacomelli. Il documentario nasce con l’intenzione di fare un po’ di luce su molte figure di donne che diedero tanto al Paese allo scoppio della Prima guerra mondiale. Molte si misero al servizio del Paese nonostante l’opposizione di buona parte della società. Alcune lo fecero per propria volontà, altre per necessità. In ogni caso il loro impegno fu fondamentale per consentire allo Stato di andare avanti in un momento di grandissima difficoltà. Si trattò della prima grande opportunità di emancipazione, verso una, ancora faticosa, parificazione dei diritti. A monte della realizzazione del documentario c’è la domanda: “Ma che fine fanno tutte queste donne nel momento in cui è tornata la pace? Quanti spazi sono riuscite a mantenere fra quelli che avevano faticosamente conquistato nell’emergenza dei lunghi anni del conflitto?” Dopo la guerra il Parlamento sentenziò che le donne dovevano “dignitosamente ritirarsi in disparte e riprendere la loro vita domestica, ridando agli affetti familiari la loro indiscussa preminenza”. In tante non si arresero e ripresero a combattere per conquistare una maggiore emancipazione, insistendo in particolare per il diritto al voto. Ma ci vollero ancora decenni di lotta e un’altra guerra mondiale per ottenerlo. Il documentario racconta la storia di queste donne, laiche e cattoliche, molte delle quali semisconosciute, che con il loro coraggio combatterono, ciascuna a proprio modo, contro il feroce ostracismo del regime fascista. |