Riceviamo, e volentieri pubblichiamo, le considerazioni di Barbara Lalle su ‘Che disastro di commedia’ messa in scena al Teatro Brancaccio di Roma.
L’8 aprile c’è stata ultima replica per ‘Che disastro di commedia’, E’ la pomeridiana al Brancaccio di Roma ed il teatro è affollatissimo, già al botteghino file per il ritiro dei biglietti, tutti accorsi per questo spassoso spettacolo fitto di colpi di scena.
E’ la storia di una compagnia teatrale amatoriale, di provincia. Di quelle che nella realtà fanno le prove nelle sale parrocchiali. Ma tant’è, a loro arriva una eredità inaspettatamente in denaro con cui autoproducono un grandiosa rappresentazione che ruota intorno a un enigmatico assassinio avvenuto negli anni ’20, a Londra.
Una commedia di teatro, sul teatro, a teatro, in un gioco di specchi straordinario. La narrazione prende forma tra un susseguirsi di colpi di genio. La scenografia si smonta e cade pezzo pezzo, rovinosamente. Gli attori strambi e maldestri cercare per tutto il tempo di riparare agli sconvenienti guai, mal recitando per ben recitare la parte.
Prorompenti risate continue del pubblico per questo diversivo domenicale dal gusto british.
Errori, assurdità, contraddizioni, battute dimenticate, scene schiantate, oggetti di scena sbagliati e porte che non si aprono, ma che quando si aprono mandano a tappeto ripetutamente un personaggio. Tutto avviene con una grande precisione e niente è lasciato al caso. Attori e tecnici fanno un perfetto gioco di squadra, ‘sbagliando’ con esattezza svizzera.
Il testo rimanda al giallo classico inglese, alla Poirot, da inizio novecento, con tutti gli stereotipi: la porta chiusa, quello che non si sa chi è, pochi personaggi dentro casa, l’ispettore, il maggiordomo, la fidanzata con amante…tutti i cliché. Già di per sé sono poco credibili i cliché, figuriamoci quanto diventino assurdi se a metterli in scena è una compagnia di dilettanti che non sanno recitare. Nonostante il nodo dell’humor ruoti su tutto quello che sul palco non dovrebbe mai succedere, le variazioni sono sufficienti per cui lo spettatore non si aspetta quello che avverrà nella scena successiva. Perché è comunque una trovata diversa. Tutte molto elementari pero’ nell’insieme estremamente divertenti. Si prende in giro contemporaneamente il genere giallo classico e le compagnie dei dilettanti. Quindi, due cose molto inglesi.
La commedia il cui titolo originale è ‘The play that goes wrong’ scritta da Henry Lewis, Jonathan Sayer e Henry Shields con la regia di Mark Bell è un esempio di vittoria dell’idea e della forza della passione.
Al volo le tappe fondamentali di questa storia: nel 2012 in un piccino teatro da 60 posti, all’interno una birreria londinese, ‘The Old Red Lion’, debuttava questo pièce che attraverso il passaporala diventava un caso cittadino. Solo due anni dopo la rappresentazione si spostava al ben più prestigioso ‘Duchess Theatre’ di Londra dove tuttora è ancora in replica.
Anche la critica concorda con il pubblico: ‘Che disastro di commedia’ nel 2015 vince, per la categoria ‘Miglior Commedia dell’anno’ gli Olivier Awards e l’anno dopo ritira in Francia il Premio Molière.
Tappe in Europa? A Londra, Parigi, Budapest, Varsavia, Atene e Roma. Anche fuori dal Vecchio Continente: Australia, Nuova Zelanda e Stati Uniti. Volete vederlo a Broadway? Detto fatto, prendete un volo e assisterete alla stesso identico spettacolo in scena al Brancaccio. Solo che in inglese. Continuerà nel frattempo anche il lungo tour italiano che finirà in Maggio ’18 al Teatro Carcano di Milano, dopo aver toccato tanto il nord quanto il sud in 15 tappe di cui le ultime cinque ancora da affrontare.
Va da sé, che il cast che vediamo al Brancaccio è diverso da quello che sta lavorando a Broadway, ma a parte la location altisonante, gli attori in scena a Roma non hanno niente da invidiare ai loro colleghi.
‘Che disastro di commedia’ ci dimostra che non servono dei grandi nomi per fare un grande spettacolo, servono solo dei grandi talenti. Gabriele Pignotta, Luca Basile, Alessandro Marverti, Valerio Di Benedetto, Yaser Mohamed, Marco Zordan, Stefania Autuori, Viviana Colais meritano tutti gli applausi a scena aperta che hanno ricevuto a profusione. Sono istrionici professionisti con dei tempi comici senza eguali, che sono riusciti con interpretazione e abilità, a fare di questa commedia un piccolo grande miracolo.
Barbara Lalle