Nell’ambito della giornata Mondiale dell’anatomia, circa 500 visitatori nei due giorni del week end appena terminato hanno visitato l’Istituto di Anatomia umana a Palermo per conoscerne la storia e visionare gli strumenti didattici del passato della disciplina cardine degli studi medici. Da tre anni l’organizzazione viene condivisa con la Fondazione “Le Vie dei tesori” e l’istituto di Anatomia.
L’Anatomia a Palermo vanta un’antica tradizione avendo come pioniere Giovanni Filippo Ingrassia (Regalbuto, 1510 – Palermo, 6 novembre 1580) noto ai più per l’ospedale dedicatogli in Corso Calatafimi, in direzione Monreale; Ingrassia studiò medicina a Padova ai tempi di Vesalio e, da Protomedico di Sicilia, aveva combattuto con efficacia un’epidemia di peste che sconvolse il capoluogo siciliano 49 anni prima di quella per cui viene ricordato il miracolo di Santa Rosalia.
Alla morte dell’Ingrassia, i suoi allievi crearono l’Accademia di Anatomia che poi divenne l’Accademia delle Scienze Mediche, tutt’oggi esistente e che rappresentò il nucleo fondatore della Facoltà medica quando l’Ateneo di Palermo venne istituito nel 1806.
Da allora, i direttori degli Istituti anatomici hanno raccolto il materiale didattico, oggi parte integrante della Collezione anatomica, visitabile tutto l’anno (su richiesta) anche per gruppi di scolaresche, e che contempla cinquecentine (i libri stampati nel XVI° secolo) e manufatti in cera raffiguranti parti anatomiche.
La celebrazione si è aperta con una lettura magistrale del presidente della Società Italiana di Anatomia e Istologia, Lucio Cocco, su Anna Morandi Manzolini, la prima donna a diventare professoressa di Anatomia in Italia, nel ‘700, a Bologna che non era solo una dissettrice di cadaveri ma anche un’abilissima ceroplasta (le sue opere sono esposte nell’Istituto anatomico felsineo).
La collezione anatomica è stata, invece, il fulcro della visita attraverso un percorso che prevede una videoregistrazione per presentare la storia della disciplina, quindi la visione di modellini e manichini raffiguranti le varie parti che costituiscono il corpo umano, con guide d’eccezione: i giovani ricercatori dell’istituto anatomico, oggi circa una trentina, e gli studenti di tutte le associazioni studentesche di Medicina.
“Gli sguardi ammaliati dei visitatori e quelli compiaciuti delle nostre guide sono la soddisfazione più bella per questa esposizione che ha richiesto diverse settimane di preparazione e un certosino coordinamento. Un ringraziamento va alla professoressa Celeste Caruso Bavisotto che ha coordinato l’organizzazione dell’evento”, dichiara Francesco Cappello, docente di Anatomia e Istologia e Prorettore alla Vita studentesca. “È un’importante attività di terza missione dell’Ateneo – continua Francesco Cappello – e avere vicini il magnifico rettore Massimo Midiri, il presidente della Scuola di Medicina Marcello Ciaccio e il direttore del nostro Dipartimento, Giuseppe Ferraro, ci dà incoraggiamento ed entusiasmo a proseguire con questa iniziativa che non si è mai interrotta, da cinque anni a questa parte, neanche durante il COVID, avendo potuto ospitare – in sicurezza e con tutti i dispositivi di protezione del caso – decine di persone anche in quella condizione”.
“L’Anatomia palermitana ha molti legami storici e culturali – prosegue il professore Cappello – con numerose altre sedi italiane e ci viene riconosciuto un ruolo di prestigio nel panorama accademico italiano. Ne siamo fieri ma ne sentiamo anche tutta la responsabilità. La nostra missione è in primo luogo quella di formare i nostri studenti ma anche le future generazioni di docenti di Anatomia, anche grazie all’utilizzo delle più moderne tecnologie informatiche, inclusa la realtà virtuale, aumentata e immersiva. Lo facciamo cercando così di coniugare la didattica alla ricerca”.
Presso l’istituto di Anatomia di Palermo c’è una delle pochissime sale settorie identificate dal Ministero della Salute idonee a ricevere e utilizzare corpi donati alla Scienza e il professore Francesco Cappello è stato il fondatore del Centro di ricerca Interdipartimentale per la valorizzazione del corpo donato alla Scienza, oggi guidato dal giurista Giuseppe Giaimo che ne coordina le attività scientifiche, svolte da numerosi docenti tra cui Fabio Bucchieri, Francesca Rappa, Rosario Barone, Antonella Marino Gammazza.
A sottolineare il successo dell’iniziativa anche il presidente di ERSU Palermo, Michele D’Amico, che dichiara: “Ci pregiamo di sostenere, come ente della Regione siciliana per il diritto allo studio universitario, i meritevoli e i bisognosi che frequentano i corsi di studio UNIPA in Medicina per far raggiungere loro i gradi più alti degli studi; la novità per le fasce dei giovani meno abbienti è, adesso, che ERSU organizza corsi preparatori ai test di ammissione, per l’iscrizione al prossimo anno accademico e quindi con scadenza di iscrizione al corso entro il 26 ottobre, con lo scopo di permettere l’ingresso ai corsi di laurea dell’area medico sanitaria di accesso programmato a chi non può rivolgersi per motivi economici al mercato”.
“Inoltre, proprio con il professor Francesco Cappello che, oltre al ruolo di docente, ricopre anche il ruolo di pro-rettore alla Vita studentesca, ci lega la quotidiana collaborazione per il benessere della comunità studentesca; tale collaborazione culmina in tutta una serie di attività, di incontri e di scambi di informazioni nell’interesse esclusivo della stessa comunità studentesca.”
Per la giornata mondiale dell’Anatomia, quest’anno la novità delle celebrazioni è stata rappresentata dalla partecipazione al Centro Nazionale per la Biodiversità di cui Palermo rappresenta l’hub. “L’obiettivo finale – evidenzia Francesco Cappello – è stato anche quello di contribuire a sensibilizzare la popolazione sul significato del concetto di ‘One Health’, ossia sul riconoscimento che la salute umana, la salute animale e la salute dell’ecosistema siano legate indissolubilmente”.
Nota dolente della manifestazione la scomodità nel raggiungimento e nell’accesso: “Abbiamo già chiesto ai vertici dell’Ateneo e dell’azienda ospedaliera maggiore autonomia negli accessi e nella fruizione del nostro Istituto – rassicura però Francesco Cappello – in modo da poter finalmente abbattere le ultime barriere architettoniche presenti al fune di agevolare i diversamente abili e predisporre una segnaletica più efficace per consentire ai visitatori di trovarci più facilmente.