Viaggia a 18mila miglia all’ora. Consigliato rimanere domattina a casa fino alle 9: “È meglio stare negli edifici”, avverte la Protezione civile italiana: non si può escludere che frammenti del razzo Changzheng 5B possano precipitare sul nostro territorio. Impatto tra stanotte e domattina, tra le 00,30 e le 4,26 ora italiana, ma potrebbe posticipare fino a più di quattro ore; ancora imprevedibile il punto anche solo approssimativo. Tra le possibili zone, 9 regioni italiane, inclusa la Campania
“Dalla Cina con furore” anzi, con un innegabile timore della popolazione mondiale, inclusa quella italiana, meridionale in particolare. Dalle primissime ore di domani, domenica 9 maggio (ora italiana), fino alle 9 di mattina, infatti si verificherà la caduta del primo stadio del razzo cinese Changzheng 5B, da noi noto come Lunga Marcia 5B, che viaggia alla velocità supersonica di 18.000 miglia all’ora, e come noto è fuori controllo.
A tenere la possibilità che si verifichi una pioggia di detriti spaziali, sono in molti, visto che già è accaduto, sempre per responsabilità cinese, in Costa d’Avorio l’anno scorso, tra gli episodi similari.
Anche il meridione d’Italia rientra nell’ampia zona dell’impatto, per quanto teoricamente, a quanto dichiarato, non ci dovrebbero essere particolari pericoli, se non statisticamente remoti. Riguardo al territorio a Sud di Napoli, la Protezione civile afferma che il rischio sia “molto basso, ma non escludibile”. Ha però raccomandato che “è meglio stare negli edifici”, aggiungendo pure che “non è ancora possibile escludere che un frammento del razzo Lunga Marcia 5B possa cadere sul nostro territorio”.
Nel frattempo, si susseguono a ritmo serrato le riunioni del Comitato esecutivo, mirate a circoscrivere l’area di un’eventuale emergenza.
Il lancio è stato eseguito il 29 aprile per portare in orbita un componente della prossima stazione spaziale cinese orgoglio e vanto di Pechino.
L’impatto è previsto da una mezz’ora dopo la mezzanotte, in poi. Il margine è almeno di circa 5 ore, per alcuni invece di oltre 8 ore e mezza.
L’”ora X” è individuabile tra le 0,30 e le 4,26 – ora italiana – di domani. Queste risultano essere le ultimime previsioni affidabili, a detta dei siti specializzati in tracciamento satellitare. Di ora in ora vengono costantemente aggiornate.
Purtroppo incerto il luogo di rientro nell’atmosfera: le previsioni del sito specializzato Satflare.com stanno riducendo relativamente il margine di incertezza, tuttora troppo ampio.
Impossibile identificare il luogo di rientro con precisione sufficiente. L’altezza orbitale si va riducendo in fretta. Sarebbe compresa tra un minimo di 155 chilometri a un massimo di 250; fortemente ellittica la traiettoria.
A detta di Aerospace.org, si verificherà alle 9, ora italiana, di domani domenica; margine d’incertezza alquanto ampio: 11 ore.
Altri siti, come Satview.com, concordano sulle 4,26 ora italiana, di domani, domenica 9 maggio.
Il segmento più voluminoso del Changzheng 5B ritornerà nell’atmosfera terrestre a velocità altissima, al termine della missione, completata “con successo” ma con un rientro inconfutabilmente “incontrollato” che non aggiunge certo lustro a questa operazione e mette in agitazione milioni di persone appartenenti a varie nazionalità, italiani inclusi, meridionali in particolare.
Stanotte, in molti resteranno svegli a vigilare, fino alla mattinata inoltrata, osservando il cielo temendo che un detrito del secondo stadio del vettore si abbatta sulle nostre abitazioni.
Anche il meridione d’Italia rientra nell’ampia zona dell’impatto, per quanto teoricamente, a quanto dichiarato, non ci dovrebbero essere particolari pericoli, se non statisticamente remoti. Riguardo al territorio a Sud di Napoli, la Protezione civile afferma che il rischio sia “molto basso, ma non escludibile”. Ha però raccomandato che “è meglio stare negli edifici”, aggiungendo pure che “non è ancora possibile escludere che un frammento del razzo Lunga Marcia 5B possa cadere sul nostro territorio”.
A ritmo serrato, si stanno susseguendo le riunioni del Comitato esecutivo, mirate a circoscrivere l’area di un’eventuale emergenza.
30 metri di altezza, diametro di 5 metri, 18 tonnellate di peso al momento del lancio: ciò che resta del razzo si disintegrerà al momento dell’impatto con l’atmosfera, e sicuramente la gran parte brucerà, ma non è detta che sarà tutta. Qualche frammento di metallo di variabili dimensioni, progettato per resistere alle altissime temperature potrebbe rimanere integro e abbattersi – come già accaduto più volte – sulla Terra e la nostra Italia è tra le nazioni nell’area della possibile pioggia di detriti individuata dagli analisti di Aerospace Corporation, dunque a rischio.
Potenzialmente sarebbe coinvolta la zona al di sotto della latitudine di 41,5 gradi Nord, tra questa e 41,5 gradi Sud. Ovvero, ben nove regioni italiane: Abruzzo, Basilicata, Calabria, Campania, Lazio, Molise, Puglia, Sardegna, Sicilia, Umbria, con particolare riferimento alle regioni del Meridione.
In tutto ciò, permangono i margini di incertezza sulla traiettoria e gli orari esatti di rientro nell’atmosfera. Perciò, “non è quindi ancora possibile escludere la remota possibilità che uno o più frammenti del satellite possano cadere sul nostro territorio” come indicato nella nota relativa alla prima riunione del tavolo tecnico che si è svolto al Dipartimento della Protezione Civile.
Il razzo attualmente fuori controllo è stato lanciato sopra l’isola di Hainan.lo scorso 29 aprile, con il preciso svolò di portare in orbita un componente, primo elemento, della prossima stazione spaziale cinese: “Tiangong”, cioè Palazzo celeste. Hanno applaudito in migliaia il decollo del razzo Lunga Marcia 5B, avvenuti trionfalmente tra una pioggia di scintille e lo sventolio di bandiere rosse, tributi alle conquiste spaziali della Cina.
Il Pentagono finire esclude l’intercettazione del razzo cinese e ha inchiestato non senza apprensione: “La traiettoria è seguita dallo US Space Command, abbiamo la capacità di fare molte cose, ma non c’è un piano per abbatterlo”.
In effetti, la posizione USA è motivata dal fatto che il rientro incontrollato di Changzheng 5B non può non destare preoccupazione, giacché i tecnici cinesi non possono dirigere il residuato spaziale del razzo verso una zona particolare.
Va ricordato che, lo scorso anno, in Costa d’Avorio precipitarono detriti di un altro razzo cinese, un altro Lunga Marcia, che esaurì la sua missione, dopo sei giorni. Allora furono infatti recuperati rottami. Recidiva sulla quale si sta molto discutendo. Sono in molti a protestare, incominciando dagli studiosi e continuando con i comuni utenti del web, per quest’ennesimo pericolo al quale viene sottoposta la popolazione mondiale a causa di operazioni mal gestite da parte di Pechino e dintorni. Di sicuro non è l’ultimo: altre 10 missioni sono previste per completare il Palazzo celeste cinese, con relativi rischi – remoti o meno – per tutti gli abitanti della Terra, nessuno al momento escluso, visti i precedenti.
La frenetica smania della Cina nell’esplorare di corsa l’Universo, è stata duramente criticata da numerosi affetti ai lavori di chiara fama. Essi hanno sottolineato la recidiva dei comportamenti di Pechino, iniziando dal mancato controllo dei detriti spaziali, particolarmente deprecabile.
“Penso che siano negligenti e irresponsabili” ha affermato tra i tanti, il noto e stimato astrofisico di Harvard, Jonathan McDowell, ha precisato che generalmente i razzi riaccendono i motori dopo aver rilasciato in orbita i loro carichi, così possono essere guidati in una ricaduta sicura, ovvero verso zone desertiche o oceani, con danni controllati e con l’esclusione di vittime umane.
Accusato il governo cinese risponde che “l’Occidente cerca ogni pretesto per diffamare la Cina” e rilancia puntando il dito sul fatto che, a marzo, detriti dello SpaceX Falcon 9 Usa hanno terminato la loro corsa nello Stato di Washington.
La faccenda non si fermerà qui, in quanto il Changzheng 5B ha portato in orbita Tianhe (Armonia celeste): il primo dei tre moduli della Stazione spaziale cinese Tiangong. Però, l’operazione di assemblaggio richiederà altri 10 lanci entro il 2022 e per altrettante 10 volte gli abitanti del Pianeta dovranno tenere il fiato sospeso.. finché il Palazzo celeste dei cinesi sia finito.
Desta ulteriore preoccupazione il fatto che, lo scorso 29 aprile, Xi Jinping ha mandato in particolare un messaggio agli scienziati spaziali cinesi: “Auspico che portiate vigorosamente avanti lo ‘Spirito delle Due Bombe e Un Satellite’, contribuendo alla costruzione di un Paese socialista moderno!”.
Lo “Spirito della Due Bombe e Un Satellite” è il nome che è stato dato da Mao negli anni ‘50 al progetto nucleare, missilistico e spaziale cinese. Non può essere ignorato che questa precisa espressione rispolverata e lanciata “come un missile” proprio da Xi Jinping punti il dito sulla nuova sfida Cina-Stati Uniti e possa esacerbare gli animi.
Una sfida che non fa proprio bene all’umanità e che inevitabilmente va a coinvolgere tutta la Terra, Italia inclusa, ovviamente.
Teresa Lucianelli