E’ morto davanti agli occhi dei giornalisti il detenuto pestato a sangue durante la rivolta scoppiata la settimana scorsa, nel carcere di Groenpunt à Deneysville, in Sudafrica. Grace Molatedi vice responsabile dei servizi penitenziari del paese, ha confermato il decesso del detenuto spiegando che l’uomo aveva cercato di uccidere una delle guardie. “La commissione parlamentare aveva lasciato il posto. Poi, attraverso la recinzione, abbiamo visto una folla di secondini aggredire un uomo vestito di arancione, apparentemente un prigioniero indifeso, che si contorceva e gemeva di dolore” – aveva scritto ieri The Star di Johannesburg. “Non sappiamo chi sia, nè cosa gli sia accaduto dopo. Ma noi abbiamo visto passare l’uomo da uno all’altro, percosso brutalmente. Mentre le macchine fotografiche scattavano, seguendo l’azione, gli uomini in marrone (i guardiani, ndr) hanno continuato a picchiare il prigioniero”. Il Times racconta oggi la stessa storia. Secondo uno dei giornali, le fotografie sono state cancellate dalla polizia nella successiva perquisizione dei giornalisti. Il 7 gennaio scorso i detenuti del carcere di Groenpunt, a Deneysville, nel centro del Paese, hanno appiccato un incendio a un’ala del penitenziario, per segnalare le loro condizioni di vita. La rivolta ha causato il ferimento di 50 detenuti, oltre al trasferimento di 500 persone in altri istituti.
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