Il ministro della Difesa Guido Crosetto pensa ad un esercito di riservisti, pronti a entrare in azione, in caso di necessità, sul modello israeliano. Volontari della difesa, addestrati, selezionati, “dormienti” fino alle eventuali, e si spera remotissime, necessità.
Così, sui riservisti, arriva in Italia una proposta di legge della maggioranza alla Camera, depositata dal presidente della Commissione, il leghista Nino Minardo e concordata in tutti i suoi passaggi con il ministro. E infatti più avanti arriverà sul tavolo del Consiglio dei ministri anche un testo governativo ma il provvedimento non si discosterà da quello illustrato dal parlamentare del partito di via Bellerio. L’obiettivo è costituire una riserva militare da mobilitare rapidamente in caso di grave minaccia per la sicurezza del Paese o di stato d’emergenza.
Secondo il ministro Crosetto gli attacchi alle navi nel Mar Rosso non sono solo un’offensiva militare, ma un nuovo capitolo ‘di guerra ibrida’. Da qui l’esigenza di creare una forza di “riserva” con soldati giovani e volontari.
Nel disegno di legge leghista, un articolo modifica il codice dell’ordinamento militare e altri tre che definiscono requisiti e obblighi per gli appartenenti alla riserva e le modalità di richiamo in servizio: 10.000 unità con età non superiore a 40 anni, provenienti «esclusivamente dal bacino dei cittadini italiani» che hanno già prestato servizio come “Volontari in Ferma Triennale” o “Volontari in Ferma Iniziale” e che attualmente sono in congedo. Dunque, personale già formato e addestrato dalle Forze Armate e di fatto idoneo ad essere utilizzato.
«La decisione di mobilitare la riserva è comunicata tempestivamente alle Camere, che l’autorizzano o la respingono entro quarantotto ore dalla data della sua formalizzazione», si legge nella pdl della Lega. Ma sarà il governo a gestire tutta l’operazione. «Il governo – si sottolinea al punto 3 dell’art.1 della norma – può mobilitare la riserva in tempo di guerra e di grave crisi internazionale o in caso di situazioni di grave crisi suscettibili di ripercuotersi sulla sicurezza dello Stato, nonché per la difesa dei confini nazionali». L’esecutivo può «mobilitare la riserva per adibirla al presidio del territorio, anche in concorso con le Forze di polizia ad ordinamento civile e militare, in caso di dichiarazione dello stato di emergenza di rilievo nazionale da parte del Consiglio dei ministri».