L’avvio di un dialogo con i gilet gialli per dare slancio alla campagna per le Europee. In un albergo dell’hinterland meridionale di Parigi, Luigi Di Maio incassa una bozza di accordo con Christophe Chalencon, leader dell’ala dura del movimento transalpino e, soprattutto, con quella parte dei gilet gialli che scenderà in campo – con la lista Ric (referendum d’iniziativa polare) – il 26 maggio. Ma a Di Maio, per ora, basta. La prossima settimana, a Roma, l’incontro con la capolista Ingrid Lavavasseur potrebbe segnare un passo decisivo per la ratifica del manifesto comune lanciato dal M5S. Manifesto che, finora, raggruppa partiti minori di Paesi che porteranno a Strasburgo un numero comunque non cospicuo di europarlamentari. Ecco perché, nella strategia del M5S, l’accordo sia pur con una parte dei gilet gialli potrebbe fare da pivot in una campagna dove Di Maio è costretto a destreggiarsi tra socialisti, popolari e i sovranisti capeggiati dal suo alleato Matteo Salvini.
L’incontro con Chalencon e con alcuni esponenti della lista Ric avviene con un vero e proprio blitz Oltralpe, lontano dalle telecamere, che Di Maio e Alessandro Di Battista organizzano in Francia con gli eurodeputati Ignazio Corrao, Fabio Massimo Castaldo e Tiziana Beghin. “Il vento del cambiamento ha valicato le Alpi”, esulta il vicepremier sottolineando le battaglie in comune con i gilet gialli: dall’ambiente alla democrazia diretta fino ai diritti sociali e al no alla Tav. Si tratta, invero, solo dell’ala più dura, guidata da Chalencon, 52enne fabbro di professione, considerato il leader dei ‘gilet gialli liberi’ e teorico di una vera e propria guerra civile, con tanto di sostituzione dell’attuale ministro dell’Interno francese con un esponente militare. Poco dopo, non a caso, uno dei principali – e più noti – leader dei gilet gialli, Eric Drouet, disconosce qualsiasi “iniziativa politica” fatta a nome del movimento. Chalencon non ha mai “detto niente alleanze” con il M5S. Le sue parole, nell’intervista al quotidiano Le Parisien, sono state decontestualizzate all’interno di una risposta più ampia in cui viene spiegato che, non avendo i gilet gialli ancora né eletti né liste, è prematuro parlare di “matrimonio” con il M5S per le Europee. E’ quanto spiegano fonti vicine al vicepremier Luigi Di Maio spiegando che lo stesso Chalencon, in serata, ha chiarito con il leader M5S il senso delle sue parole al quotidiano francese. “L’alleanza è un matrimonio, io ho parlato di concubinato”, ha spiegato Chalencon al vicepremier.