Mezzogiorno sempre più nel caos. A dispetto dei nuovi provvedimenti che prevedono incentivi per promuovere la crescita al Sud Italia, i dati sull’economia mostrano una situazione sempre più drammatica. Stando a quanto si evince dal rapporto Svimez, al Meridione crollano sia i consumi che gli investimenti; e le esportazioni, pur in crescita, non riescono ad incidere sull’andamento negativo del Pil meridionale. Nel 2012 Sud si è registrato un ribasso del 4,3%. In forte calo anche i consumi delle famiglie, -4,8% al Sud, contro il -3,5% del Centro-Nord. Nel complesso, negli anni della crisi, dal 2008 al 2012, i consumi della famiglie meridionali sono sprofondati del 9,3%, oltre due volte in più del Centro-Nord (-3,5%). Negli anni della crisi, dal 2008 al 2012, gli investimenti sono crollati al Sud del 25,8%, con un peso determinante dell’industria (-47% dal 2007 al 2012).
Negli ultimi 4 anni dal 2007 al 2011, al Sud si è verificato un aumento della pressione fiscale soprattutto per effetto dei piani di rientro sanitario. A pesare Irap e addizionale Irpef: la pressione fiscale derivante dai tributi regionali e’ aumentata dal 3,9% del 2011 al 4,6% del 2012. A fronte di ciò è invece diminuita la spesa pubblica sia corrente sia in conto capitale.
Preoccupato per tale situazione anche il Capo dello Stato. Napolitano, in particolare, si mostra perplesso per la fuga dei giovani dal Sud, che “non può che risultare foriero di pesanti conseguenze e dunque inaccettabile per le regioni meridionali. La via da perseguire deve perciò essere quella dell’avvio di un nuovo processo di sviluppo nazionale” che trovi solida base nel meridione, dichiara ancora il presidente della Repubblica.