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L’Fbi avrebbe trovato un metodo alternativo per accedere all’iPhone di uno degli autori della strage di San Bernardino, in cui Rizwan Farook e la moglie uccisero quattordici persone. La svolta sarebbe arrivata da una terza parte che, presentatasi all’Fbi, avrebbe assicurato di poter accedere agli smartphone della Apple. Finora il colosso di Cupertino ha sempre negato al ‘Bureau’ l’accesso ai Melafonini perché così facendo si sarebbe creato un precedente e nessun utente sarebbe stato più al sicuro. Proprio ieri Tim Cook, numero uno della Mela, aveva lanciato ancora un appello a favore della privacy durante la presentazione dei suoi nuovi device: “in questa lotta non ci tireremo indietro, proteggere la privacy di ognuno di noi è un dovere”, aveva detto il Ceo di Apple.
Intanto il dipartimento della Giustizia americano ha fatto slittare l’udienza fissata per oggi proprio per discutere del rifiuto di Apple, hanno confermato fonti statali. Le Udienze saranno riprese solo nel caso in cui il nuovo tentativo di accedere all’Iphone non avrà successo. “Sono necessari test per determinare se il metodo funziona e non compromette i dati contenuti nell’iPhone”, si si legge nei documenti depositati. Se questa si rivelerà la strada giusta, non sarà più necessaria l’assistenza di Apple. Nelle carte si si precisa poi che un aggiornamento sui test condotti sarà dato il prossimo 5 aprile, giorno in cui si svolgerà l’udienza prevista per oggi.
La procura federale ha anche reso noto che una terza parte ha dimostrato un possibile metodo per sbloccare l’iPhone di Rizwan Farook, l’autore della strage di San Bernardino. Il nuovo sviluppo rinvia per il momento lo scontro frontale tra il governo degli Stati Uniti e l’Apple, una delle sue aziende simbolo, sostenuta da giganti come Microsoft, Google e Facebook. Di certo quella dell’Fbi è una forzatura che non avrà molto seguito.
Alessandro Moschini
