Una clamorosa decisione sconvolge il mondo del ciclismo.
Dal 2018 per tutti i ciclisti amatori sarà obbligatorio versare 25 euro alla Federciclismo per partecipare alla gare.
D’ora in poi non si potrà più pedale come un tempo: fino ad oggi – come scrive il Corriere della Sera – per partecipare alle corse ciclistiche bastava iscriversi (previa presentazione di certificato medico) a uno dei 19 enti ‘Eps’ (Ente di promozione sportiva) autorizzati dal Coni.
Ora per essere ammessi alla corsa bisognerà possedere la Bike Card: ‘’Dopo aver tentato invano in passato di imporre agli organizzatori un obolo di un euro su ogni partecipante e agli enti un contributo di 1,5 euro a tessera – scrive oggi il Corriere della Sera – la Fci ha deciso di rivalersi direttamente sui pedalatori. Esclusi Uisp e Acsi che si sono arresi a un accordo privato gli altri enti dovranno vendere ai loro soci anche la Bike Card per farli ammettere alle corse”.
A smorzare le polemiche ci pensa Renato Di Rocco, presidente della Federazione Ciclistica Italiana: “Ma quale tassa, la nostra è un’iniziativa politica per combattere chi ci fa concorrenza sleale con i contributi pubblici. I soldi serviranno a gestire servizi comuni come la giustizia sportiva. Non raccoglieremo più di 70-80 mila euro. Chi non vuole acquistare la Bike Card abbandoni gli enti e si tesseri direttamente con noi: siamo i più seri. Se lo ha fatto l’atletica, possiamo farlo anche noi”.
E a chi gli fa notare che questo canone annuo di 25 euro non garantisce al momento nessun servizio, assicurativo o di altro genere, Di Rocco risponde così: “Ci penseremo, in futuro offrirà comunque dei servizi”.