In Italia tiene banco la discussione sul referendum per il taglio dei parlamentari. Si tratta di una battaglia storica del Movimento 5 Stelle che mette il governo in agitazione ma che in fondo non sembra emozionare l’opinione pubblica, comunque divisa sul voto.
La domanda di fatto è una: sì o no al taglio dei parlamentari? La risposta è meno scontata del previsto e forse di quanto auspicato dai pentastellati nel momento in cui hanno intrapreso la battaglia. Proviamo ad analizzare i pro e i contro.
Quello del taglio dei parlamentari è un progetto che ritorna puntualmente alla ribalta da decenni, da mezzo secolo circa. Quindi è ingeneroso etichettare la proposta, come fatto dai critici, come una mossa populista.
La speranza è che la revisione del numero dei parlamentari, seguita da altre riforme, possa effettivamente andare a snellire un apparato decisamente burocratico, lento, macchinoso e costoso. Con il taglio dei parlamentari proposto dal governo gialloverde il risparmio per le casse dello Stato non sarebbe particolarmente significativo ma parliamo pur sempre di un risparmio.
Con il taglio dei parlamentari si dovrebbe arrivare inoltre a una rappresentanza più omogenea del territorio italiana nelle due Camere, cosa che oggi non avviene.
I sostenitori del sì sono consapevoli che la proposta non sarà risolutiva e deve essere seguita da altre azioni mirate ed incisive. Ma il primo passo è sempre il più difficile. Bisogna solo trovare il coraggio di farlo.
Il fronte del no è compatto e ha le sue buone motivazioni, al pari dei sostenitori della riforma.
I critici evidenziano come la battaglia per il taglio dei parlamentari sia diventata una merce di scambio tra le forze di maggioranza, e quindi suggerisce in qualche modo che il problema non sono i numeri, ma la natura della nostra politica.
Inoltre, numeri alla mano, parlare di un risparmio per i cittadini è decisamente una forzatura per quanto questo sia esiguo. E in effetti anche tra i sostenitori del sì l’aspetto economico è finito in secondo piano.
Inoltre, da solo, il taglio dei parlamentari rischierebbe solo di essere dannoso per il sistema politico italiano. Serve un progetto serio e articolato che ad oggi non esiste, di fatto. Non c’è un pacchetto di riforme a garanzia della vera rivoluzione, in senso positivo.