La crisi di governo “sospende” alcuni dossier centrali per gli italiani, tra cui la revisione di Iva e Irpef. A rischio anche la cancellazione delle micro tasse?
La crisi che sta investendo il Governo Draghi ha monopolizzato l’attenzione e le energie delle istituzioni, deviandole da dossier importanti come quello relativo alla riforma del Fisco. Il provvedimento prevede la revisione di Iva e Irpef, oltre a misure che riguardano il catasto e il taglio del cuneo fiscale. Alcune degli interventi sono centrali anche per ottenere i fondi europei connessi al PNRR.
Nel caso Mario Draghi dovesse dimettersi, anche il taglio delle tasse e le altre misure urgenti contenute nel cosiddetto Decreto Luglio sono destinati a cadere?
Da taglio delle tasse alla riforma di Iva e Irpef: le misure “sospese”
Innanzitutto va precisato, come già abbiamo fatto parlando del Decreto Aiuti, che anche in caso di scioglimento delle Camere ed elezioni, Draghi porterà avanti tutti i dossier già in essere compreso dunque anche quello fiscale. Al momento, però, è ovviamente tutto in stand by, in attesa di capire il destino dell’esecutivo. Vediamo nel dettaglio i punti della legge delega sul restyling del Fisco che dovranno essere affrontati nelle prossime settimane, a partire dall’approvazione da effettuare prima della pausa istituzionale di agosto.
Addio micro tasse
La strada tracciata dal Governo è quella della cancellazione delle cosiddette micro tasse, cioè di quelle tasse la cui riscossione comporta più oneri che guadagni all’Erario. Parliamo ad esempio dei tributi su giochi come biliardino e flipper e del super bollo per le auto di grande cilindrata. L’intenzione è dunque quella di dire addio a quel settore di prelievi fiscali che frutta circa 100 milioni di euro, ma che al contempo pesa sulle casse dello Stato per un totale di un miliardo. Senza contare il fatto che il sistema generale ne risulta ingolfato e meno efficiente.
Il taglio del cuneo fiscale
Da tasse micro a tasse macro il passo non è breve. Il taglio del cuneo fiscale è percepito come primario dall’Esecutivo, che vuole sistematizzare il dossier includendolo nella prossima Legge di Stabilità. La legge delega ha quindi il mero compito di intervenire sull’emergenza, mentre la Manovra quello di rendere strutturale la misura. Le domande e i dubbi resteranno insoddisfatti almeno fino a settembre, quando cioè si comincerà a lavorare seriamente alla Legge di Bilancio.
La riforma di Iva e Irpef
Per quanto riguarda il capitolo Iva e il taglio delle aliquote sui beni di largo consumo, da quelli alimentari e per l’infanzia ai farmaci. La riforma vera e propria è prevista nel 2023, ma l’Esecutivo è intenzionato ad anticiparne in qualche modo gli effetti smistando in maniera oculata una parte dell’extragettito. Intervenendo, ad esempio, per mitigare i rincari delle bollette energetiche, visto che gli esperti prevedono aumenti fino a fine 2022.
Per la riforma dell’Irpef il discorso è leggermente diverso. Dopo l’avvio ufficiale dato con la Legge di Bilancio 2022, che da un’iniziale sistema duale di tassazione progressiva dei redditi da lavoro si è passati a un altro basato su quattro aliquote. La misura è contenuta in una legge delega, che concede al Governo un periodo di 18 mesi entro i quali disporre i decreti attuativi.