Ci sono ottime notizie sulla riforma fiscale e sul taglio delle tasse che il Governo ha deciso nel corso delle ultime riunioni del Consiglio dei Ministri. Sarebbero state ascoltate infatti le istanze proposte dai sindacati. Ad annunciarlo è stato Andrea Orlando, ministro del Lavoro.
A Radio 24 ha fatto sapere che gli 8 miliardi di euro stanziati dallo Stato per alleggerire la pressione fiscale saranno in larga parte destinati ai lavoratori, come richiesto da Cgil, Cisl e Uil.
Taglio delle tasse per i lavoratori, solo dopo alle imprese
Nonostante la sofferenza del mondo delle imprese, messe in ginocchio dalla pandemia, dunque, l’attenzione sarebbe rivolta a chi lavora e ha perso potere d’acquisto, in particolare nell’ultimo anno e mezzo, a causa delle chiusure e della situazione emergenziale.
Se dovessero rimanere fondi dopo l’investimento degli 8 miliardi di euro per tagliare le tasse dei lavoratori, ha fatto sapere Andrea Orlando, potrebbero beneficiare di nuove agevolazioni le piccole e medie imprese, che hanno sofferto maggiormente rispetto a quelle più grandi.
Vertici tra Governo e sindacati: le riforme sul tavolo
Il confronto con le sigle ha quindi indirizzato l’esecutivo sulla “strada giusta”, come ribadito dal ministro all’indomani dell’incontro con i sindacati a Palazzo Chigi, nel quale sono stati individuati i punti principali del tavolo che sarà aperto a novembre.
La volontà sarebbe quella di andare avanti con una riforma strutturale del sistema, per superare le “distorsioni” e affrontare importanti nodi sul tema lavoro. Tre le criticità da affrontare, come già anticipato con gli interventi della manovra del 2022, di cui vi abbiamo parlato qui.
- Come introdurre un elemento di flessibilità.
- Come introdurre una garanzia per i giovani.
- Come tenere conto della differenza e della gravosità dei lavori.
Salario minimo: cosa ha detto il ministro del Lavoro
Il ministro ha spiegato che sul salario minimo “ci sono idee diverse”, ma dovrà comunque essere presa una decisione per fare fronte al crollo del potere d’acquisto da parte dei cittadini italiani.
Se non dovesse sbloccarsi nulla in questo senso, dovranno comunque essere riviste le regole della contrattazione. Se i contratti rimarranno uguali agli attuali, ha anticipato Andrea Orlando, il salario minimo diventerebbe automaticamente un’opzione di punta.
La grave crisi che si è ripercossa sul potere d’acquisto dei lavoratori non è solo un problema per loro, ma può avere forti ripercussioni sulla domanda interna, e dunque su tutta la filiera produttiva.