Un taglio, significativo, dell’Irpef, per riequilibrare vecchie ingiustizie. In una intervista a Repubblica, il ministro dell’Economia Roberto Gualtieri spiega che il Governo sta lavorando a una grande riforma dell’imposta sulle persone fisiche che potrebbe valere ben 10 miliardi.
“Siamo ancora nell’emergenza e dobbiamo fronteggiarla al meglio con tutti gli strumenti disponibili. Ma stiamo già passando a quella che sarà la fase cruciale del nostro impegno, quello che ci siamo assunti un anno fa: cambiare il Paese, intervenire in maniera incisiva e strutturale per rimuovere ingiustizie e arretratezze. La misura di decontribuzione per il Sud significa anche e soprattutto questo” spiega.
Per quanto riguarda la riforma fiscale, la squadra guidata da Gualtieri sta lavorando a un modello che prevede una riduzione dell’Irpef, peraltro già avviata, e l’assegno unico per i figli, da finanziare, da una parte, con una riforma delle detrazioni e dei sussidi ambientali dannosi, battaglia storica della vice ministra all’Economia Laura Castelli, che prevede riduzioni di agevolazioni che vanno dal gasolio agricolo ai carburanti per aerei e navi fino al diesel. Dall’altra parte, il taglio del’Irpef arriverebbe dal contrasto all’evasione fiscale, e che potrà essere implementato gradualmente per garantire l’equilibrio della finanza pubblica.
Gualtieri guarda al modello tedesco, caratterizzato da una forma di progressività con aliquota continua, ma, chiarisce, “su questo non abbiamo ancora deciso”. Nella formula italiana, prevedrebbe, al posto delle attuali cinque aliquote, una sola aliquota “personalizzata”.
Il meccanismo potrebbe diventare iperprogressivo al crescere del reddito, con un tetto al 43%,l’attuale aliquota massima. Questa strutturazione delle aliquote consentirebbe anche di evitare il problema principale del sistema attuale: il salto di aliquota con straordinari o aumenti contrattuali o il problema delle detrazioni decrescenti in presenza di aliquote crescenti al salire del reddito.
Ma come funzionerebbe l’aliquota personalizzata? Grazie a una sorta di tax calculator verrebbe digitato il reddito imponibile e indicata la categoria di appartenenza, autonomo, dipendente o pensionato, con detrazioni differenziate o particolari bonus. Con un click, apparirebbe l’aliquota media, cioè la percentuale di tasse sul reddito lodo. Per avere l’imposta netta da pagare a quel punto basterebbe sottrarre le comuni detrazioni per le varie spese incentivate.
Ma il presidente della Commissione Finanze della Camera Luigi Marattin, ad esempio, ha già fatto sapere che questo sistema, per lui, è troppo “complesso”.
L’altra proposta sul tavolo della maggioranza resta quella più minimale. L’obiettivo prioritario sarebbe quello del taglio e accorpamento delle aliquote che da 5 scenderebbero a 4: in particolare le due centrali, quella del 38% tra i 28 e i 55 mila euro, e quella del 41% tra i 55 mila e i 75 mila euro lordi, potrebbero essere accorpate a quota 36%.