In una circolare inviata ai medici del Taiwan, si chiede di non rivelare alle donne in attesa, almeno per i primi mesi di gravidanza il sesso del nascituro. La decisione delle autorità sanitarie dell’isola dalla forte cultura cinese rappresenta una stretta rispetto all’aborto selettivo che è stato vietato dallo scorso gennaio. Sebbene il problema di Taiwan non sia così serio come in Cina, dove nascono 1,18 bimbi maschi per ogni femmina, un rapporto governativo uscito all’inizio del mese ha rivelato che ogni anno sull’isola scompaiono 3mila neonate. “Ci affidiamo alla discrezione dei nostri medici per attuare tali misure”, ha detto Lee Tsui-feng, funzionaria dell’Ufficio per la promozione della salute nazionale. “Ovviamente -ha aggiunto – se una donna è all’ottavo mese e vuole saperlo, non ci sono problemi”.
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