“Sarà un’Europa da cambiare che deve dare nuovo slancio a un progetto che ci ha regalato 70 anni di pace e benessere economico, un po’ invecchiato e ha bisogno di nuovo slancio. Bisogna tornare alla politica, gli eletti devono sottrarre il loro ruolo alla macchina burocratica, che a volte ha cercato di sostituirsi alla politica ed è diventata autoreferenziale”, ha detto il presidente del Parlamento europeo e vicepresidente di Forza Italia Antonio Tajani al Forum. “E’ il Parlamento europeo che decide le scelte – ha aggiunto -non qualche tecnocrate; le regole le sceglie la politica. Si può vincere contro la burocrazia”
DIRETTA
“I sovranisti saranno isolati – assicura Tajani – e avranno un ruolo di semplice testimonianza. Per cambiare bisogna essere nel cuore dell’Europa e la famiglia del Partito popolare svolgerà sempre un ruolo chiave, in una coalizione alternativa a quella con i socialisti tradizionale, quella di centrodestra che ha eletto me. Il rinnovamento delle persone lo stiamo attuando – prosegue – il 70 per cento dei parlamentari eletti di Forza Italia sono di prima nomina. Per le europee abbiamo rinnovato molto, abbiamo il candidato più giovane in tutta Italia, un senatore accademico alla Sapienza e imprenditore con start-up. Abbiamo avviato la stagione dei congressi, si celebrerà quello nazionale dopo le Europee, come ha detto Berlusconi”.
“Mi ricandiderò a svolgere il mio ruolo di presidente del Parlamento europeo – ha detto ancora Tajani – se i popolari saranno al centro delle scelte; sono l’unico italiano tra le cariche più importanti che può confermare il suo ruolo. Avere ai vertici delle istituzioni un suo figlio ci permette di contare di più”.
A proposito della politica italiana, per il presidente del PE “anche la Lega comincia a capire che questo matrimonio con M5S è finito e si va verso il divorzio, come dimostrano le dichiarazioni di Giorgetti di ieri. Noi siamo pronti ad andare alle elezioni anticipate per dare al Paese la maggioranza omogenea che il Paese necessita, se Mattarella deciderà così. Se andassimo a votare – ha aggiunto – sono sicuro che gli italiani sceglierebbero una maggioranza di centrodestra”. Parlando del comizio di Matteo Salvini a Milano, ha poi ricordato di essere “cattolico praticante, ho la stessa moglie da 30 anni, non sono un santo, ma il crocifisso l’ho a casa e lo venero in chiesa. Non abbiamo mai usato il crocifisso o il Vangelo per vincere le elezioni, non è uno strumento per prendere voti. Il Vangelo bisogna anche leggerlo e viverlo. Non si strumentalizza la fede, è una sorta di appropriazione indebita. Io cerco di difendere la fede. Si può non condividere quel che dice il papa – conclude – ma se si mina la sua autorità non si è più cattolici. E non si fischia in piazza il Papa se ci si professa cattolici”.