‘Nessuno in Europa farà mai un accordo con Marine Le Pen e con AFD. Neanche io farò mai un accordo con Alternative fur Deutschaland quando dicono che un bambino disabile deve essere emarginato e messo in una classe da solo, è una vergogna, mi fa schifo. Per questo dico nessuno farà mai accordi con questi signori, anche con la Le Pen che è contro l’Europa, vuole uscire dalla Nato. L’idea è quella di avere un’alternanza in Europa l’unico modo possibile è quello di trovare un accordo tra popolari conservatori e liberali. Non ci sono veti, è un fatto concreto, la realtà se si vogliono sconfiggere i socialisti’, ha affermato Tajani intervenendo a ‘La Versiliana’, tacciando il partito di estrema destra di ‘cultura nazista, parlando degli equilibri del prossimo Parlamento Europeo e della prossima Commissione.
Antonio Tajani dà nuovi segnali di pubblica insofferenza. Il segretario di Forza manifesta alcune riflessioni sulla politica internazionale che suonano come un chiaro avvertimento ai compagni di viaggio della destra.
‘L’unico modo possibile per avere l’alternanza in Europa è trovare l’accordo tra popolari, conservatori e liberali. Io — dice il ministro degli Esteri — grazie a quei voti ho già sconfitto i socialisti e Salvini non mi votò perché diceva che eravamo uguali. Non porto rancore a Matteo ma ci tengo a ribadire che da parte mia non c’è alcun tentennamento verso i socialisti. Nessuno in Europa farà mai accordo con Le Pen e Alternative für Deutschland, perché dire che bisogna mettere un bambino disabile in una classe di bambini disabili per non danneggiare quelli normali è una vergogna e a me questa roba fa schifo’. ‘Questa roba a me fa schifo’, in riferimento alla proposta da brividi lanciata in Germania da Bjoern Hoecke, è un giudizio inappellabile rivolto agli alleati internazionali della Lega e che di sicuro hanno la stessa radice politico-ideologica di Fratelli d’Italia.
Alla discussa intervista al Mdr, Hoecke si è presentato con una macchina targata ‘MP2024’, secondo alcuni giornalisti tedeschi un riferimento al suo ambizioso obiettivo per l’anno prossimo: diventare governatore della Turingia. Sarebbe la prima volta nella storia, per un membro dell’Afd. E sarebbe uno scandalo internazionale: Hoecke, secondo un tribunale tedesco, può essere legittimamente definito un ‘fascista’. In passato fece discutere perché definì il Monumento all’Olocausto di Berlino ‘una vergogna’ e per aver fondato l’ala estremista del partito, il ‘Fluegel’ (l’”Ala”), definita ad un certo punto dai servizi segreti un pericolo per l’ordine repubblicano. La corrente è stata sciolta, ma Hoecke domina l’ala dura dell’Afd da anni. E nei suoi scritti è chiarissima la matrice antidemocratica ed eversiva del suo progetto. In ‘Nie zweimal in denselben Fluss’ (‘Mai due volte nello stesso fiume’), il leader estremista grida al pericolo della ‘sostituzione etnica’ attraverso l’immigrazione e propone la ‘remigrazione’, un progetto neofascista che punta al bando totale dei migranti. ‘Purtroppo’, scrive, l’agognata presa di potere implicherebbe anche l’eliminazione delle ‘parti deboli o contrarie’, insomma il bando riguarderebbe anche gli oppositori politici.
Proprio Meloni parlando di Marine Le Pen nella sua intervista prima di partire per un po’ di vacanza in Albania aveva specificato che da parte sua non c’erano veti in vista di una possibile modifica degli equilibri nella Ue dopo le elezioni europee del 2024. E Tajani, che del partito architrave del potere a Bruxelles è vicepresidente (cioè il Ppe), lancia così un’altra bordata alla coppia sovranista.
Per decenni ha arrancato nelle retrovie oppure in Europa, adesso il capo Tajani, ufficiale militare figlio di un ufficiale militare, coordinatore nazionale di Forza Italia, da sempre accanto a Silvio Berlusconi finché non è rimasto quasi solo, può condurre sé stesso e i suoi uomini alla vittoria.
Le ambizioni di Antonio oscillano fra la presidenza del Consiglio come mente posata e riposata di una coalizione di centrodestra a ministro di Esteri o di Difesa per rappresentare i moderati nel mondo.
Ci sono politici che posano la prima pietra, a volte neanche la posano, e ci sono politici che posano l’ultima pietra o comunque lasciano intendere ammiccanti che qualcosa hanno posato. A quest’ultima categoria appartiene il pluridecorato Antonio Tajani, il forzista moderato o moderante che ha la ventura da ministro degli Esteri di sorseggiare ogni giorno un ‘elisir’ di eccellente, se non proprio longeva, vita politica: la Farnesina.
Poi, sulla questione banche, che ha pesato non solo per la natura del provvedimento ma proprio per come è stata gestita: ‘Abbiamo perso 10 miliardi di euro in Borsa, forse se lo facevano a borse chiuse il venerdì sera sarebbe stato meglio’, riflette il vicepremier, e risalta quel ‘se lo facevano’, come se il governo fosse altro da Forza Italia. ‘Non dobbiamo fare la guerra alle banche, ma fare in modo che sostengano le famiglie e le imprese in difficoltà’ e in quest’ottica, ‘si devono escludere dalla tassa sugli extraprofitti le banche di territorio, le banche più piccole, le banche di credito cooperativo, le banche popolari: gravare di altre tasse questi istituti rischierebbe di mettere in difficoltà anche i consumatori, i clienti e i soci delle banche del territorio’. Insomma, con la finanziaria di autunno e la ripresa delle attività parlamentari Forza Italia, privatamente umiliata per com’è stata messa ai margini nella misura simbolo agostana, promette di far pesare la propria ‘identità liberale’, è la visione di Antonio Tajani.