Una postazione dj in una discoteca in una foto d'archivio.ANSA-ARCHIVIO-RED

 Talassa, il nuovo album di Dario Muci: un unico canto di denuncia e speranza, da cantastorie della sua terra e delle sue contraddizioni

Il primo disco di inediti di DARIO MUCI

Uscito il  14 giugno

Featuring Raphael Gualazzi, Nabil Salameh, Enza Pagliara, Treble, Rocky G. Vox

Con Talassa il musicista salentino Dario Muci mette a nota, brano per brano, un unico canto di denuncia e speranza, da cantastorie della sua terra e delle sue contraddizioni

Storie vere, d’attualità e del passato, di mare e di terra, di Salento e migranti, dalla lotta al caporalato alla difesa dell’ambiente: Talassa si snoda lungo otto tracce world su testi in dialetto salentino (ma anche grico, italiano e arabo). L’album si arricchisce di preziose collaborazioni: Raphael Gualazzi, arrangiatore e interprete della storia vera di Mohammed; Nabil Salameh nella preghiera in salentino e arabo Ommmuammare dedicata agli infiniti morti tra le onde; Enza Pagliara che con la sua voce arcaica eleva il pathos di più brani; Treble e Rocky G. Vox, che in Sant’Asili, brano ispirato alla lotta contro i gasdotti nel Mediterraneo, portano la loro personale denuncia; Giuseppe Semeraro, autore del testo di Ulivi, canto sul Salento colpito dalla Xylella.

Talassa è l’ennesimo atto d’amore per la mia terra. Qualcosa che mi viene dall’anima e che non riesco più a trattenere (Dario Muci)

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Otto tracce originali ed una forma di scrittura nuova, lontana dai codici tradizionali, per il musicista salentino Dario Muci che, dopo venticinque anni di attività e ricerca, debutta con il suo primo disco di inediti, di cui firma testi e musica. Talassa, che nasce dopo una gestazione di oltre otto anni, è il suo canto di denuncia e speranza, facendosi megafono di storie vere, di mare e di terra, d’attualità e storia passata, di Salento e migranti, di lavoro, sfruttamento, dolore, di paesaggi ormai cimitero d’ulivi e, sempre e comunque, di amore. Con Talassa Dario Muci scrive, musica e pubblica un album in cui, senza sventolare alcuna bandiera politica, mette a nota, brano per brano, contraddizioni d’oggi.

L’album esce venerdì 14 giugno per l’etichetta discografica Zero Nove Nove (distribuzione fisica Self e digitale Believe).

Talassa si caratterizza per un linguaggio dalle sonorità chiaramente world, su testi in dialetto salentino (ma anche grico, italiano e arabo) con cui Dario Muci si fa interprete di temi quali la lotta al caporalato o la difesa dell’ambiente, da cantastorie (ancora più che cantautore) come Otello Profazio, Orazio Strano, Matteo Salvatore, Rosa Balistreri, grazie al suo background di musica tradizionale e all’attività di ricerca sui fatti, con indagini sul campo ed esplorazioni, per raccontare di personaggi ma soprattutto di vite vere.

Il disco è un meltin’pot di sensibilità e suoni, anche grazie ad una serie di collaborazioni e featuring. Tra queste spicca quella con Raphael Gualazzi che ha arrangiato e interpretato al pianoforte Mohammed (secondo singolo, fuori dal 7 giugno), brano in cui la cronaca diventa musica attraverso i testi di Muci che, come in Sciurnatieri, narrano storie vere di braccianti sfruttati (e, nel caso di Mohammed, deceduti), e con Nabil Salameh che in Ommmuammare traduce in arabo ed interpreta il testo di Muci (ispirato dal libro “Frontiera” di Alessandro Leogrande), una preghiera ad ogni Dio del mare, ma anche un’accusa alla politica in merito alla legislazione sull’immigrazione e ai tanti, troppi, morti sulle coste e tra le onde.

Impreziosisce Talassa, inoltre, la voce arcaica di Enza Pagliara, cantante, ricercatrice di tradizioni orali, conosciuta in Italia e all’estero come una delle voci più note del canto popolare in Italia; poi la presenza di Antonio Petrachi, in arte Treble, tra i fondatori dei Sud Sound System, e del cantante reggae Rocco Nardelli, in arte Rocky G. Vox, che in Sant’Asili, brano ispirato alla lotta contro i gasdotti nel Mediterraneo, cantano loro composizioni.

Due degli otto brani di Talassa sono testi del poeta dialettale salentino Rocco Cataldi (Parabita LE, 1927 – 2004) scelti e musicati da Muci: A li furisi (primo singolo, fuori dal 24 maggio), cartolina degli anni d’oro della campagna salentina, trasformato in una sorta di manifesto politico sull’attuale condizione del lavoro nelle campagne, e Moi ca nc’è lu sule, invito alla bellezza, alla speranza, all’accoglienza, a godere della “luce” quando c’è, per moltiplicarla quando ce ne sarà bisogno.

L’unico testo del disco in italiano è di Giuseppe Semeraro, attore, regista e poeta salentino, che di Talassa, tra l’altro, ha curato la traduzione in italiano dei testi dialettali. Muci musica il suo Ulivi, un canto di speranza che con una dolcezza estrema restituisce una nuova visione di bellezza al Salento colpito dalla Xylella.

Nell’album anche un testo in grico, antica lingua tuttora parlata dagli anziani della Grecìa Salentina, enclave ellenofona del Salento. Talassa è il titolo, scelto, tra l’altro, anche per l’intero disco. Nasce come testo in dialetto salentino scritto da Muci, viene poi tradotto in italiano e successivamente in grico da studiosi di quest’ultimo. Talassa (dal greco Θάλασσα, Thalassa) è il mare: secondo l’autore è il mare che tutti abbiamo dentro, è la nostra interiorità, immensamente grande e, dunque, a volte, ancora da scoprire. Nella visione di Muci, nato e cresciuto a Santa Maria al Bagno, marina di Nardò (Le), da sempre comunità di pescatori, talassa è anche semplicemente l’amore. Ecco allora che firma il suo canto d’amore per il mare ma anche la sua ode alla persona amata: una poesia in cui talassa e amore sono l’amore stesso.

L’album Talassa si stende su un tappeto musicale decisamente “urban”, con contaminazioni classiche, fusion, world, dub. Per fare questo Muci ha scelto di lavorare con musicisti provenienti da ambienti musicali differenti: Roberto Chiga (percussioni), Giovanni Chirico (sax tenore e baritono), Vito de Lorenzi (percussioni), Claudia De Ventura (voce), Giorgio Distante (tuba, tromba), Adolfo La Volpe (oud), Gianluca Longo (mandola e mandolino), Alessandro Lorusso (dub master), Matteo Resta (basso), Marco Rollo (piano), Marco Schiavone (violoncello), Marco Tuma (fiati).

Qualcosa che mi viene dall’anima e che non riesco più a trattenere.

Talassa è il mare che abbiamo dentro, la nostra interiorità,

così potente e profonda, calma, misteriosa, ma anche agitata e ansiosa.

È un luogo di straordinaria bellezza con molte parti ancora inesplorate e sconosciute,

con i suoi riflessi di luce…l’amore, la speranza, la gioia.

Dario Muci

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