Solo i professori con l’abilitazione potranno insegnare geografia. Basta con i docenti di altre cattedre ‘prestati’ a questa disciplina. E’ una piccola rivoluzione quella che porta con sé la sentenza del Tar del Lazio, che ha accolto il ricorso presentato da decine e decine di docenti che chiedevano l’annullamento del decreto del Miur con cui nel 2016 erano state modificate le classi di concorso per l’insegnamento.
Quel provvedimento aveva allargato l’insegnamento della geografia negli istituti tecnici e professionali anche ai docenti abilitati per italiano e scienze.
Presto per dire cosa accadrà adesso, la sentenza è stata notificata al Ministero: il Miur potrà decidere di tenerne conto e cambiare verso o di prendere tempo e spostare in avanti la decisione facendo ricorso al Consiglio di Stato. Il punto conteso e affrontato dalla decisione dei giudici era proprio la riforma delle classi di concorso, avvenuta un anno e mezzo fa con l’entrata in vigore della Buona scuola.
Riccardo Canesi e Silvia Rita Viola del coordinamento nazionale Sos geografia non nascondono la soddisfazione ma anche un velo di tristezza perché per vedere garantiti diritti fondamentali ormai si deve ricorrere ai tribunali.
A partire dalla riforma Gelmini con il governo Berlusconi, difatti, le ore di geografia sono state falcidiate in tutta la scuola italiana. La geografia è stata eliminata agli Istituti Professionali Alberghieri e Turistici, dagli Istituti Nautici e confinata solo al primo e secondo anno negli Istituti Tecnici Commerciali.
Al liceo, invece, è stato proposto l’accorpamento tra storia e geografia al biennio che ha dato luogo alla geostoria.
Negli anni gli insegnanti di geografia hanno più volte denunciato che è proprio il meccanismo delle cattedre atipiche ad avvelenare i pozzi della scuola italiane perché è inaccettabile che i docenti soprannumerari possano insegnare anche geografia per non cambiare scuola.