Hanno fatto esplodere dei fuochi d’artificio davanti il penitenziario di Taranto per distrarre gli agenti di polizia penitenziaria. Immediatamente ha iniziato a solcare la notte un drone che doveva raggiungere un luogo del carcere, segnalato con una fiammella di un accendino che un detenuto aveva acceso dalla finestra della cella, e consegnare due microcellulari e della droga. L’ingegnoso piano non è riuscito perché l’apparecchio, probabilmente, dopo aver urato dei cavi, è rovinato a terra. Il tonfo ha attirato l’attenzione di un agente della Polizia penitenziaria, che ha dato l’allarme e portato alla luce l’ingegnoso piano. Se il drone non avrebbe incontrato questo ostacolo avrebbe consegnato la merce e poi fatto sparire le proprie tracce beffando le forze dell’orde. Un fatto increscioso denunciato dai sindacati Osapp e Sappe. Secondo il segretario generale dell’Osapp, Leo Beneduci, “come sempre, in fatto di tecnologia, la criminalità organizzata è al passo con i tempi a differenza dell’Amministrazione Penitenziaria” che e ai “livelli del secolo scorso sia per le proprie dotazioni in ausilio del servizio sia per il proprio bagaglio di aggiornamento professionale”.
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