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Tari, la classifica delle città più care: ecco dove si paga di più

L’imposta per i servizi di raccolta e smaltimento dei rifiuti varia da comune a comune a seconda delle tariffe applicate: la graduatoria dei capoluoghi

L’anno che si appresta a terminare verrà ricordato come uno dei più complicati per le famiglie di tutta Italia dal punto di vista economico. La stabilità dei conti di milioni di contribuenti è stata messa a dura prova da una serie di emergenze concomitanti che hanno gravato in maniera pesante sulle loro tasche.

Tra tasse, imposte, fatture e spese vive, sono moltissime le persone che dichiarano di dover stringere la cinghia in questo finale di 2023, nonostante l’arrivo del periodo natalizio porti da sempre ad un incremento degli acquisti per i regali, gli arredi e gli addobbi.

Tasse, imposte e rincari: il 2023 è l’anno più duro di sempre?

Nel corso dell’autunno l’emergenza energetica ha raggiunto un livello mai visto prima nella storia recente del nostro Paese: il costo dell’elettricità ha subìto un rincaro senza precedenti, provocando l’aumento della spesa media per le bollette della luce.

Contemporaneamente, anche il carrello della spesa ha visto schizzare alle stelle il prezzo di moltissimi alimenti, anche quelli di uso comune. L’inflazione galoppante non ha risparmiato neppure i beni di prima necessità, costringendo i nuclei più fragili a compiere delle scelte drastiche su quali acquisti privilegiare.

Tari, la classifica delle città italiane in cui si paga di più

Nel computo complessivo delle uscite pro-capite rientra anche la Tassa sui rifiuti, che ognuno di noi paga per il mantenimento dei servizi di raccolta e smaltimento previsti dalle amministrazioni comunali e svolti dalle società territoriali preposte. Parliamo di un’imposta il cui valore non è standard, ma varia di città in città a seconda della tariffa che ogni comune applica nel calcolo del valore.

E così assistiamo ad una differenza di spesa tra i cittadini a seconda della zona di residenza. Come ogni anno, grazie alla raccolta capillare dei dati svolta dalle associazioni di categoria su tutto il territorio nazionale (in particolare, Cittadinanzattiva è una di quelle organizzazioni che svolge un monitoraggio costante nell’arco dei dodici mesi), è possibile stilare una classifica delle città italiane in cui la Tari costa di più.

Quanto vale la Tassa sui rifiuti: la graduatoria dei capoluoghi italiani

Partiamo dalle realtà più virtuose. Prendendo in considerazione i capoluoghi più popolosi, il comune italiano in cui la Tari pesa meno sul bilancio annuo delle famiglie è Udine. Qui i cittadini friulani – tra la prima rata di giugno e la seconda di inizio dicembre – sono chiamati a sborsare in totale 174 euro ciascuno per l’imposta sui rifiuti. Numeri al di sotto della media nazionale – che si attesta attorno ai 314 euro pro capite – si registrano anche a Belluno (180 euro l’anno) e a Pordenone (182 euro). Rimangono sotto alla soglia dei 200 euro anche Trento (186 euro), Brescia (195) e La Spezia (197).

Invertendo la graduatoria, è possibile osservare anche le realtà in cui la Tari costa di più. Tra queste spicca Catania, dove l’imposta ha subito un netto rincaro rispetto al 2022 (era già la più alta, a quota 504 euro), arrivando a superare la soglia record di 594 euro per ogni cittadino. Male anche Genova (480 euro) e Brindisi (464 euro), così come Pisa (463 euro) e Messina (459 euro). Tra i capoluogo di regione, quello in cui l’imposta è più alta è Napoli con 455 euro annui.

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