Il voto alle europee del 2024 con i 76 seggi in dote all’Italia, che per la stragrande maggioranza sono già stati assegnati, con gli ultimi 8 che rimangono ancora “appesi” in attesa delle ultime decisioni.
In primis, le scelte che i vari eletti in circoscrizioni “multiple” devono confermare, liberando/estromettendo i diretti candidati in lita che li seguono: serviranno circa 2 settimane di tempo per avere l’ufficialità, in quanto vi sono 8 giorni di tempo che i candidati in più collegi hanno per scegliere la circoscrizione da rappresentare, a cui vanno aggiunti i 7 giorni di tempo dalla proclamazione. In secondo luogo, serve definire chi prenderà il posto in lista dei vari eletti che rinunciano al seggio per motivi politici: su tutti, i leader Meloni, Schlein e Tajani. Se in casa Centrodestra le partite più “complicate” in realtà riguardano solo i nomi di chi andrà a prendere il posto della Premier, del leader di Forza Italia e del leghista che sostituirà Vannacci nella circoscrizione non scelta dal generale nuovo europarlamentare del Carroccio, le problematiche maggiori riguardano il campo del Centrosinistra, Pd su tutti.
Correndo in 4 circoscrizioni su 6 e prendendo più di mezzo milione di preferenze, il generale Roberto Vannacci nel campo della Lega presumibilmente sceglierà l’area Nord-Ovest per rappresentarla nel prossimo Parlamento Ue: in questo modo, rimarrebbe “tagliato” l’europarlamentare uscente Angelo Ciocca, salvando invece gli altri “appesi” del Carroccio, ovvero Paolo Borchia (Nord-Est), Susanna Ceccardi (Centro) e Aldo Patriciello (Sud). Per la Lega gli aspiranti candidati sono 4 per soli 3 seggi e la scelta di Vannacci si rivelerà decisiva per uno dei potenziali eletti: in Forza Italia la scelta sembra essere molto più netta in quanto al posto di Tajani nel seggio per le Isole dovrebbe avere seggio l’ex pd Caterina Chinnici, prima dei non eletti e vicina al vicepremier forzista, in alternativa Edmondo Tamajo, assessore regionale siciliano con oltre 120mila preferenze ma intenzionato a lasciare il seggio alla collega Chinnici. Per Fratelli d’Italia invece, al posto della Premier Giorgia Meloni al Nord Ovest entrerà Paolo Inselvini, primo dei non eletti con FdI.
Nel Pd la decisione dell’eletto Alessandro Zan lascerà fuori uno tra Pierfrancesco Maran (assessore a Milano, Nord Ovest) e Andrea Zanoni (consigliere regionale veneto, Nord Est), mentre una terza opzione vedrebbe il responsabile dei Diritti LGBTQ nel Pd rimanere deputato e lasciare eletti sia Maran che Zanoni. Lite forte invece nel Partito Democratico tra l’eletto Marco Tarquinio, il pacifista ex direttore di Avvenire e la storica esponente riformista Alessia Morani: lo scarto di di circa 1500 preferenze tra i due, a vantaggio di Tarquinio, ha fatto muovere la richiesta di ricorso per un riconteggio formale da parte della ex parlamentare delle Marche. Motivo? Buona parte dei voti per l’ex direttore – 14mila sui 42mila totali – arrivano dai voti calcolati a Roma nella Circoscrizione Centro, ovvero dove il caos delle schede del Campidoglio ha generato non pochi problemi nell’assegnazione dei seggi eletti. Da ultimo, caos appesi anche in AVS dove ci sono 4 seggi per 6 aspiranti eletti (in tutto sono 6 gli eletti per Alleanza Verdi-Sinistra alle Europee 2024, ndr): Ilaria Salis, Mimmo Lucano e l’ex sindaco di Roma Ignazio Marino sono i tre certi, a cui vanno aggiunti tre fra Cristina Guarda, Marilena Grassadonia, Francesco Borrelli, Leoluca Orlando, Benedetta Scuderi e Giovanni Mori.
Marco Tarquinio, eletto all’Europarlamento in un’intervista a ‘La Stampa’ attacca Giorgia Meloni per il contenzioso politico sulla citazione dell’aborto nella dichiarazione finale del G7: ‘Parlo da cattolico. E da cattolico dico che la dizione proposta nella dichiarazione prevedeva nient’altro che il pieno impegno per un aborto sicuro. Non è per nulla diverso da quanto prevede l’applicazione della 194 quindi non si capisce cosa abbia da eccepire Meloni. Come si può rifiutare un’affermazione come questa? Meloni continua a usare questi argomenti come propaganda. Non c’è solo Vannacci, c’è anche lei che fa la generalessa su questioni costituzionali o su temi sensibili per acchiappare consensi più che per risolvere i problemi del Paese. È un modo bellicistico di affrontare le questioni».
Posizioni di Tarquinio in aperto contrasto al suo profilo passato di direttore dell’Avvenire, quotidiano della Cei da sempre schierato a strenua difesa dei valori non negoziabili.