Riceviamo, e volentieri pubblichiamo, da Tartaglia Arte il seguente articolo:
Manifesta resiste al coronavirus e presenta nomi, sedi e progetti della sua tredicesima edizione: 47 artisti e tanti spazi diversi, per coinvolgere tutta Marsiglia
47 artisti per sei storie parallele: ecco la forma che assumerà Manifesta, la Biennale itinerante che, per la sua tredicesima edizione, con coraggio e in controtendenza, promette di coinvolgere tutta Marsiglia, dopo aver ufficializzato anche la prossima città, Pristina, in Kosovo. Sei le sedi principali per coinvolgere tutta la città francese, quindi, che corrisponderanno ad altrettante sotto trame, a partire dal tema principale, “Traits d’union.s”: The Home, The Refuge, The Almshouse, The Port, The Park, The School. Le mostre apriranno in successione serrata, dal 28 agosto al 9 ottobre, e saranno visibili contemporaneamente fino al 29 novembre 2020, presentando nomi noti ed emergenti dell’arte contemporanea internazionale, dalla grande Anna Boghiguian ai bravi Benjamin de Burca & Barbara Wagner, autori dell’interessantissimo Padiglione Brasile alla Biennale di Venezia.
«Marsiglia è segnata da un transito senza fine. È in sito di continui arrivi e partenze. Allo stesso tempo, Marsiglia è l’epitome della resistenza e ha sempre offerto momenti unici di tensione. È una città con una eccezionale matrice europea. Le sue infinite storie e le biografie informano la sua esistenza lenticolare, resistendo a qualunque categorizzazione schematica. Marsiglia non ha una identità singola», spiegano dall’organizzazione. Proseguendo la metodologia relazionale che caratterizza Manifesta, ancheTraits d’union.s proporrà una serie di attività sul territorio e in collaborazione con le istituzioni culturali, per sviluppare nuove forme di collettività.
«Non abbiamo mai pensato a Manifesta 13 Marsiglia come un punto fermo ma sempre come a un trattino, o meglio a vari trattini – come i tratti di unione – come in un gesto di aggregazione. Tuttavia, ci troviamo in una situazione in cui la realtà amplifica o esalta alcuni dei nostri pensieri latenti, dei nostri sogni o incubi. Improvvisamente, tra tutte le difficoltà di questo momento, capisci quanto sia urgente che l’arte possa parlare di questo tempi incerti», hanno commentato i membri del team artistico di Manifesta 13, composto da Katerina Chuchalina, chief curator della V-A-C Foundation di Mosca, Stefan Kalmár, direttore dell’ICA di Londra, e Alya Sebti, direttore di ifa gallery, a Berlino.
«Manifesta 13’s Traits d’union.s riflette sui problemi cruciali che sono un imperativo a Marsiglia ma si riflettono anche in tutto il mondo. Il team e tutti i partecipanti hanno affrontato, sia singolarmente che collettivamente, tutti i problemi che sono diventati sempre più importanti, alla luce dei recenti avvenimenti. Il pubblico locale e internazionale potrà vedere in Marsiglia una lente da cui inquadrare criticità golabli. Allo stesso tempo, la città offre modelli alternativi e passaggi chiave nei processi di trasformazione», ha dichiarato Hedwig Fijen, direttore di Manifesta.
Il 28 agosto si inizia al Musée Grobet Labadié, con “The Home: Rentals, Experiences, Places”, che affronterà il tema dell’housing, tra migrazione e gentrificazione, sviluppo urbano e inquinamento. Gli artisti partecipanti sono Black Quantum Futurism* (Collective, US), Martine Derain, Lukas Duwenhögger, Jana Euler, Ken Okiishi, Cameron Rowland, Reena Spaulings, Arseny Zhilyaev.
L’11 settembre, al Musée Cantini, aprirà “The Refuge: Waiting for New Beginnings”, incentrata sulla ricerca delle tracce delle migrazioni negli oggetti di uso quotidiano, a partire da un evento storico. Negli anni dell’occupazione nazista in Francia, molti artisti e intellettuali perseguitati, tra cui Wifredo Lam, Jacqueline Lamba, Victor Serge, Anna Seghers, Hannah Arendt, André Breton, Claude Lévi-Strauss, Marcel Duchamp, trovarono rifugio a Villa Air Bel, castello del diplomatico americano Varian Fry.
Ancora l’11 settembre, al Centre de la Vieille Charité aprirà “The Almshouse: The Odd, The Poetic and The Possible”, dedicata allo stratificato paesaggio linguistico di Marsiglia. Tra gli artisti partecipanti, Hannah Black, Anna Boghiguian, il collettivo Aoziz (Béatrice Pedraza, Ludovic Mohamed Zahed, Andrew Graham), Judith Scott, Dennis Cooper and Gisèle Vienne, Pauline Curnier Jardin, Lionel Soukaz, Reena Spaulings, con opere storiche di Antonin Artaud, Georges Bataille, Pierre Guyotat, Arthur Rimbaud, Hélène Smith, Dennis Cooper & Zac Farley e André Acquart.
Sempre l’11 settembre, al Centre Bourse e al Musée d’Histoire de Marseille, “The Port: Where Histories Lie”, con Yassine Balbzioui, Samia Henni, Sara Ouhaddo.
Il 25 settembre, al Musée des Beaux-Arts e al Muséum d’histoire naturelle, “The Park: Becoming a Body of Water”, che investigherà le connessioni tra natura e cultura, tra esseri umani e altre creature viventi, a partire dalla storia dei due musei. Gli artisti coinvolti in questo progetto sono Minia Biabiany, Center for Creative Ecologies (collettivo composto da Isabelle Carbonell, Hannah Meszaros Martin, T. J. Demos), Ali Cherri, Peter Fend, Mathieu Kleyebe Abonnenc, Amy Lien & Enzo Camacho, Reena Spaulings.
Infine, il 9 ottobre, al Conservatoire National à Rayonnement Régional, “The School: The Sonorous, The Audible and The Silenced”, con Yalda Afsah, Mounir Ayache, Mohamed Bourouissa, Julien Creuzet, Benjamin de Burca & Barbara Wagner, Ymane Fakhir, Tuan Andrew Nguyen, Reena Spaulings. Dall’11 settembre, saranno già visitabili i lavori di Calla Henkel & Max Pitegoff, Philippe Pujol e Sara Sadik.
By redazione – exibart.com