Riceviamo, e volentieri pubblichiamo, l’articolo ricevuto da Tartaglia Arte:
LA COPPIA DI ARTISTI AVEVA ACCUMULATO NELLA PROPRIA CASA-STUDIO PIÙ DI 400 TRA OPERE E MANUFATTI, INCLUSI REGALI E SCAMBI CON ALTRI ARTISTI: A FEBBRAIO SARANNO BATTUTI DA SOTHEBY’S
Ci sono poche occasioni come le grandi aste, per dare una sbirciatina alle enormi collezioni private degli artisti. Questo è uno di quei momenti: il patrimonio artistico accumulato dal celebre duo artistico formato da Christo Javacheff e Jeanne-Claude Denat de Guillebon sarà presentato da Sotheby’s a Parigi il prossimo febbraio come “Unwrapped”. In cinquant’anni di lavoro e sodalizio intellettuale i due hanno accumulato oltre 400 opere con cui avevano tappezzato la casa-studio di New York: regali, acquisti, persino baratti con altri artisti di fama internazionale, i cui proventi andranno a un fondo a loro nome. Con questi, infatti, sarà possibile realizzare l’ultimo progetto della coppia, scomparsa tra il 2009 (Jeanne-Claude) e il 2020 (Christo): incartare l’Arco di Trionfo.
UNA COPPIA MEMORABILE, UNA COLLEZIONE UNICA
Christo e Jeanne-Claude avevano cominciato a farsi notare negli anni ’60, suscitando l’interesse nazionale e non solo per le proprie installazioni monumentali. In 70 anni di carriera la coppia ha incartato il Reichstag e la statua milanese di Vittorio Emanuele, portato i tori a Central Park e fatto camminare sull’acqua del lago d’Iseo, raccogliendo opere straordinarie nel frattempo: Lucio Fontana, Yves Klein, Mimmo Rotella e Andy Warhol compaiono nella collezione che è stata stimata in totale per oltre quattro milioni di dollari. È proprio di Warhol il ritratto di Jackie Kennedy del 1964 che i due tenevano appeso su un muro, accanto alla cucina: ora vale quasi un milione di dollari da solo. La loro ammirazione per Warhol gli aveva permesso di collezionare anche oggetti personali: sul frigorifero tenevano una biscottiera appartenuta al pop artist a forma di casco di banane, non lontano dall’“Untitled Blue Monochrome” di Kein.
AMICIZIE E SCAMBI: LA ARMCHAIR DI RIETVELD
Uno degli oggetti più antichi della collezione e di maggior valore? La Hoge Armchair di Gerrit Rietveld, del 1919: i due avevano ottenuto la sedia cedendo in cambio all’artista olandese uno dei propri pacchetti incartati. Christo e Jeanne-Claude, grazie all’amicizia con il pioniere dell’arte pop Claes Oldenburg, avevano poi comprato alcune sculture di vinile come quella rappresentante un gelato, una bistecca da una parte e bacon e uova dall’altra, risalente ai primi anni ’60. La manager dello studio, l’italiana Lorenza Giovanelli, ha commentato che “tutti questi pezzi erano ricordi, ognuno aveva il suo significato. “Tutti i proventi dell’asta, su desiderio testamentario di dell’artista da poco deceduto, andranno alla famiglia sua e di Jeanne-Claude, mentre quelli della vendita dei disegni preparatori originali di Chrsto andranno a completare l’ultimo progetto previsto per il prossimo settembre a Parigi. Nel frattempo stiamo creando una fondazione a nome suo e di Jeanne-Claude, come da sue disposizioni, per preservare il loro lavoro e dedicarsi ad attività benefiche”.
By Giulia Giaume – artribune.com