Riceviamo, e volentieri pubblichiamo, da Tartaglia Arte il seguente articolo:
COLLOCATO AI BORDI DEI QUARTIERI PINCIANO, SALARIO E PARIOLI, L’EDIFICIO È STATO RESTAURATO (C’ERA UN VECCHIO HOTEL) ARREDATO SECONDO UN GUSTO ISPIRATO AL DESIGN ITALIANO DI METÀ NOVECENTO. E POI ARRICCHITO DA OPERE CHE RACCONTANO L’ARTE DEGLI ANNI OTTANTA (E NON SOLO) DI ROMA. IL CURATORE MAURIZIO FARAONI CI HA RACCONTATO IL PROGETTO
Aprirà il 10 maggio a Roma il nuovissimo hotel The Hoxton, la prima struttura in Italia del brand inglese Ennismore, faro nel settore dell’ospitalità e del lifestyle. Ospitato all’interno di un edificio moderno all’interno di un quartiere storico, il nuovo hotel è stato lasciato integro per quanto riguarda la facciata esterna, ma totalmente ristrutturato all’interno, seguendo la linea voluta dallo studio inglese Ennismore Design Studio, ispirata al design italiano degli anni Settanta. Un progetto di decoro a 360 gradi, che ha coinvolto Maurizio Faraoni – curatore della dell’archivio della storica galleria romana Ugo Ferranti -, con la collaborazione di Sebastien Brocandel, direttore dell’agenzia pubblicitaria francese Pschhh, nella scelta di opere d’arte da inserire nelle stanze, nelle public area, nelle meeting room, nel bar e nel ristorante, dando un’identità unica al nuovo hotel capitolino.
L’ARTE ALL’INTERNO DI THE HOXTON HOTEL A ROMA
Tre sono le tipologie di arredamento elaborate per gli interni del The Hoxton hotel, legate alle esigenze degli spazi. “Tra gli artisti presenti nelle camere destinate ai clienti troviamo Nigel Peake, architetto di formazione e irlandese d’origine, proveniente dalla scuderia francese della galleria di Yvon Lambert, noto per il suo stile di disegno unico. Ha collaborato con la Maison Hermes e con il New York Times, di cui abbiamo scelto una serie di edizioni grafiche legata all’immagine architettonica”, ha raccontato ad Artribune il curatore Maurizio Faraoni. “Ancora per quanto riguarda le camere, è stata scelta una serie originale di manifesti stampati negli anni ’70 e ’80 da artisti internazionali come Sol Lewitt, Daniel Buren, Jannis Kounellis, Cy Twombly, Richard Tuttle e Giulio Paolini, che negli anni hanno a lungo frequentato artisticamente la città di Roma. Presente anche una serie di edizioni fotografiche di Michele Zaza, dei lavori su carta dell’americano Robert Barry e una vasta scelta di immagini grafiche di diversi autori, di simbolici segni iconografici legati al nostro design, come la famosa Fiat 500, ed alcune insegne di botteghe romane. Numerose e diffuse per l’hotel – sia nelle camere che nelle aree comuni – anche le stampe della maison Sergeant Paper. Un artista al quale abbiamo dato grande spazio è Sante Monachesi, di origine marchigiana ma che ha vissuto gran parte della sua vita a Roma, con opere provenienti dalla sua collezione privata conservata ad oggi da sua figlia Donatella Monachesi”.
THE HOXTON HOTEL: LE OPERE DELLE PUBLIC AREA
“Per gli spazi comuni”, continua Faraoni, “la scelta è stata orientata verso una vasta scelta di lavori di grande importanza: parliamo dei dipinti di grande formato di Emilio Savinetti, dei collage di Andrea Nicodemo, dei lavori pittorici di Sante Monachesi, presente anche con una serie unica di ceramiche allestita nel ristorante. Abbiamo esposto anche alcune opere di Chopped Live Press, famosi per utilizzare pagine di giornali quotidiani sui quali imprimono dei pensieri in codice, alcune opere degli anni ’70 degli artisti francesi Gerard Frommanger e Christophe Boutin e i grandi disegni di Alfredo Zelli e Claudio Givani mescolati con disegni storici degli anni ’50 e ’60 di Monachesi in un dialogo armonioso”. E, aggiunge il curatore, “le fotografie di spazi architettonici di Owen Morrel di fianco a immagini di Pasolini e Silvana Mangano chiudono il nostro itinerario nella ‘galleria d’arte’ di The Hoxton, Rome”. All’interno del nuovo hotel, farà il suo debutto anche il bar-caffetteria Cugino, aperto a tutti, e nato dalla collaborazione con il ristorante e micro-bakery romano Marigold che negli ultimi anni ha conquistato il pubblico portando nella capitale un gusto di caffetteria nordica che non c’era.
By Giulia Ronchi – artribune.com https://thehoxton.com/rome