Riceviamo, e volentieri pubblichiamo, l’articolo ricevuto da Tartaglia Arte:
Mi chiamo Thomas Quintavalle e sono un fotografo. Essere spettatore privilegiato di quello che mi circonda, fermare il tempo per come lo vedo e soprattutto per come lo sento, mi riconcilia con la quotidianità e i suoi perché. La street photography, insieme alla fotografia d’impresa sono il mio mondo, un mondo a cui mi piace pensare di regalare momenti di bellezza e di passione. Laddove la sedia a rotelle non mi consente di arrivare, ci pensa la fotografia a restituirmi la libertà di essere ovunque si posi il mio sguardo. Quando scatto mi ritrovo per un istante dentro alla scena, è una sensazione incredibile.
IL PROGETTO DREAMLAND ‒ BERLINO 2009-2019
Dreamland è una raccolta di “flash” di vita berlinese, una conversazione silenziosa tra me e i suoi abitanti, in cui si mescolano la vitalità e la malinconia pensosa, la carica erotica e gli improvvisi sprazzi di dolcezza, l’inquietudine metropolitana e le innumerevoli oasi di serenità. Berlino è uno di quei luoghi che sono destinati a un continuo divenire, decidere di attraversarli significa confondersi con le persone che li vivono. I berlinesi non esistono, esiste invece una “terra di mezzo” nella quale persone provenienti da tutto il mondo hanno deciso di vivere una parte della loro vita. In questa promessa d’Europa ho realizzato il progetto fotografico “Dreamland”, un’apnea di 74 scatti di un’umanità che qui ha deciso di fermarsi. Non è cosa semplice descrivere e sintetizzare Berlino, uno se ne può rappresentare una parte, una fase storica e non potrebbe essere diversamente. Io ho cercato di catturare questa dimensione di continua trasformazione partendo dai suoi abitanti. Ogni foto contiene vari livelli di lettura, il mio è un approccio quasi pittorico, senza velleità di denuncia, osservo la realtà e la riproduco in totale assenza di giudizio, una poetica rispettosa del cuore di Berlino, in cui pulsano inestricabilmente disordine, durezza quotidiana, tolleranza e magia.
By Thomas Quintavalle – artribune.com