Riceviamo, e volentieri pubblichiamo, l’articolo ricevuto da Tartaglia Arte:
QUELLO DELLE OPERE RUBATE È UN PROBLEMA CHE RISALE ALLA NOTTE DEI TEMPI E CHE RIVERBERA I PROPRI EFFETTI SU COLLEZIONISTI SPESSO IGNARI DELL’AVER ACQUISTATO UN’OPERA D’ARTE CHE È OGGETTO DI REATO. OGGI L’INTERPOL OFFRE ID-ART, APPLICAZIONE USUFRUIBILE DA TUTTI CHE CONSENTE DI CONOSCERE IN TEMPO REALE L’EVENTUALE PROVENIENZA ILLECITA DI UN’OPERA GRAZIE A UNA SEMPLICE RICERCA.
Da tempo le Autorità dei vari Paesi e le Organizzazioni internazionali hanno sfruttato la tecnologia a beneficio della ricerca e rintraccio di opere d’arte rubate. Basti pensare alla Red List dell’International Council of Museums, che pubblica le cosiddette “liste rosse” di categorie di beni culturali di regioni toccate in modo particolare da saccheggi e dal commercio illegale, oppure alle molteplici banche dati cantonali della Svizzera, a quelle di Francia, Austria, Germania, Italia e Spagna, ma anche a quelle private come The Art Loss Register, Trace, Art Theft – Most Wanted Art – Recovery Project, Looted Art, registro per i beni trafugati tra il 1933 e il 1945, e a The Huntington Photographic Archive of Buddhist and Related Art, dedicato alle opere afghane e nepalesi. Il connubio tra arte e hi-tech ha trovato un ultimo valevole approdo nell’applicazione ID-Art, lanciata dall’Interpol il 6 maggio scorso e oggi scaricabile gratuitamente da Apple Store e da Android Play Store. Con questo strumento, che consente a chiunque – non soltanto forze dell’ordine – di accedere al database delle 56mila opere rubate censite dall’Interpol, l’utilizzatore può, con una semplice fotografia, sfruttare il software di riconoscimento delle immagini avendo subito un feedback sull’opera. Il ricorso all’applicazione non consente di accedere all’asse informativo delle opere censite, bensì alle informazioni più importanti per l’identificazione del bene rubato: l’idea è quella di fornire uno strumento on the go rapido e facile da utilizzare così da raggiungere quanti più utenti possibile.
COME FUNZIONA ID-ART
ID-Art potrà quindi essere utilizzato da chiunque, con scopo collaborativo, potendo segnalare all’Autorità che l’opera individuata risulterebbe trafugata, ma soprattutto dal collezionista che, accingendosi ad acquistare un bene, deve adottare le necessarie cautele atte a scongiurare l’acquisto di un bene rubato. Invero merita ricordare che l’art. 4 della Convenzione Unidroit, prevede che “il possessore di un bene culturale rubato, che debba restituirlo, ha diritto, al momento della restituzione, al pagamento di un equo indennizzo a condizione che non abbia saputo né avrebbe dovuto ragionevolmente sapere che il bene era stato rubato e che possa provare che ha agito con la dovuta diligenza in occasione dell’acquisto” salvo poi prevedere espressamente che “al fine di determinare se il possessore abbia agito con la dovuta diligenza, si terranno in conto le circostanze dell’acquisto ed in particolare […] la consultazione da parte del possessore di ogni registro ragionevolmente accessibile di beni culturali rubati ed ogni altra informazione e documentazione pertinenti che esso avrebbe ragionevolmente potuto ottenere, nonché la consultazione di organismi ai quali poteva avere accesso o ogni altro passo che una persona ragionevole avrebbe effettuato nelle stesse circostanze”.
L’OBIETTIVO DI ID-ART
Il principale obiettivo di ID-Art, ossia quello di ridurre il traffico illecito e aumentare le chance di recupero di beni rubati, ha come corollario quello di rendere più certe e sicure le transazioni nel mercato dell’arte. Volendo utilizzare le parole di Jürgen Stock, Segretario Generale dell’Interpol, l’applicazione è un “nuovo strumento (che costituisce) un significativo passo avanti per migliorare la capacità degli agenti di polizia, dei professionisti del patrimonio culturale e del pubblico in generale di proteggere il nostro patrimonio comune”. Il progetto ha tratto le proprie mosse nel 2016 e ha visto la sua testing phase all’inizio dell’anno corrente consentendo, tra gli altri, ai Carabinieri del Comando per la Tutela del Patrimonio Culturale di individuare due statue rubate messe in vendita su una piattaforma online.
RECUPERARE LE OPERE RUBATE
Utilizzando gli standard “Object ID”, l’applicazione da un lato consente di effettuare ricerche nel database dell’Interpol attraverso lo scatto o il caricamento di fotografie, oppure ricorrendo alla ricerca tradizionale inserendo specifici criteri individuati dalla stessa app, ma dall’altro lato consente a privati e istituzioni di registrare le proprie opere individuandone le caratteristiche e salvando ogni singola “ID-card” in una cartella personale che non viene condivisa con i server dell’Interpol, se non nella denegata ipotesi di furto dell’opera. Una funzione che senza dubbio può essere in grado di aumentare le possibilità di recupero delle opere sottratte. Infine, ID-Art consente di segnalare i siti a rischio fornendo dati geolocalizzanti, descrizioni e immagini utili per la ricostruzione in caso di saccheggio o distruzione. Riprendendo le parole di Ernesto Ottone, Vicedirettore Generale per la Cultura dell’UNESCO, possiamo concordare nel sostenere che con questa applicazione è stata posata “una pietra miliare nella lotta internazionale contro il traffico illecito di beni culturali”
By Nicolò Giordana – artribune.com https://www.interpol.int/Crimes/Cultural-heritage-crime/ID-Art-mobile-app