Riceviamo, e volentieri pubblichiamo, da Tartaglia Arte il seguente articolo:
La storica Marlborough Gallery di New York chiude le porte, a causa di una lite tra le famiglie Lloyd e Levai, proprietarie della galleria, e di un accordo immobiliare saltato
Dopo ottant’anni di storia nell’arte contemporanea e centinaia di mostre, la Marlborough Gallery chiude la sua attività a New York. Una lite tra le famiglie Lloyd e Levai, proprietarie della galleria, e una serie di affari conclusi bruscamente, i motivi della chiusura.
Da un lato c’è Pierre Levai, proprietario del fondo insieme a suo figlio Max Levai, nominato presidente della galleria l’anno scorso. Dall’altro, c’è Gilbert Lloyd, ex direttore della Marlborough Gallery e figlio di Frank Lloyd, fondatore della galleria. Entrambi fanno parte della stessa famiglia, visto che Pierre Levai è anche il nipote di Frank Llloyd. Quest’ultimo, infatti, ha anglicizzato il suo cognome cambiandolo da Levai a Lloyd.
Pierre Levai e suo figlio Max sono stati rimossi dai loro incarichi da Gilbert Lloyd. L’intrigo si è svolto durante le riunioni del consiglio di amministrazione di giugno, approfittando dell’assenza di Pierre Levai, in cura a causa delle complicazioni dovute al Covid-19. «Il consiglio ha usato le sue condizioni, mentre stava combattendo per la vita, dopo essere risultato positivo al Covid-19, a proprio vantaggio», ha dichiarato un portavoce di Levai galleria ad ARTnews. In quella circostanza pare sia stata approvata la chiusura della galleria di New York.
Già da qualche settimana trapelavano indizi in tal senso. Gli affari andavano relativamente bene ma il consiglio di amministrazione ha deciso di cancellare i programmi delle mostre e un ambizioso piano di espansione avviato appena l’anno scorso, con il progetto di ampliare la sede. Ma gli indizi si sono rivelati veri: una famiglia stava spodestando l’altra.
Tra le cause della chiusura, anche un cambio di proprietà della Chelsea Arts Tower, l’edificio che dal 2007 ospita la galleria a New York. L’immobile è di proprietà della famiglia Lloyd. Nel 2019, Max Levai annunciò che la galleria avrebbe acquistato l’edificio adiacente, ovvero quello della società Chelsea Cheim & Read. Un piano per unire le due strutture in un unico spazio era già stato approvato.
A gennaio 2020, l’intero lotto ha subito un cambio di proprietà, il nuovo proprietario è John Cheim. Secondo il documento, Cheim ha pagato la modica cifra di zero dollari per la proprietà, sostenendo solo una tassa di deposito di 250 dollari e una tassa di registrazione di 47 dollari. Un rappresentante di Cheim & Read ha detto che la galleria non ha fatto commenti.
Insomma, sembra si tratti di uno scambio di immobili tra due commercianti che avevano già venduto l’edificio. All’inizio di questa settimana, mentre era dovuto un pagamento a Read, il consiglio di amministrazione si è tirato fuori dall’affare rinnegando l’acquisto concordato. La decisione di chiudere l’attuale spazio della galleria nella Chelsea Arts Tower è arrivata dopo pochi giorni. Ma, a quanto pare, le attività della sede di Londra continueranno.
Si interrompe così una storia iniziata nella capitale inglese nel 1940 e proseguita a New York nel 1963. Tra gli artisti di Marlborough Gallery, alcuni tra i nomi più influenti dell’arte contemporanea, come Magdalena Abakanowicz, Frank Auerbach, Alice Aycock, Celeste Dupuy-Spencer, Red Grooms, RB Kitaj, Andrew Kuo, Tony Matelli, Beverly Pepper, Paula Rego, John Riepenhoff e Susan Te Kahurangi King.
By Alessia Pina Alimonti – exibart.com