Tartaglia Arte: “Non abbiamo più scelta”: il Centre Pompidou chiude nel 2023 per un restauro lungo tre anni

Riceviamo, e volentieri pubblichiamo, l’articolo ricevuto da Tartaglia Arte:

LA COLLEZIONE D’ARTE MODERNA RESTERÀ CHIUSA AL PUBBLICO FINO AL 2027 PER PERMETTERE DI REALIZZARE IMPONENTI LAVORI DI RESTAURO SU TUTTA LA STRUTTURA

Renzo Piano & Richard Rogers, Centre Pompidou, Parigi 1971

Il Centre National d’Art et de Culture Georges Pompidou, una delle principali attrazioni culturali di Parigi e del mondo e sede della più grande collezione d’arte moderna d’Europa, chiuderà dal 2023 per tre anni di lavori di ristrutturazione. Progettato dagli architetti Renzo Piano e Richard Rogers (insieme al troppo spesso dimenticato Gianfranco Franchini), il Pompidou è stato inaugurato nel 1977 e mostra oggi gli evidenti segni del tempo. “C’erano due opzioni”, ha riportato la ministra della Cultura francese Roselyne Bachelot al quotidiano Figaro, “una riguardava il rinnovo del centro mantenendolo aperto, l’altra lo chiudeva completamente: ho scelto il secondo perché dovrebbe essere più breve e un po’ meno costoso”. La fine delle ristrutturazioni è prevista per la fine del 2026, e il museo dovrebbe riaprire nel 2027 in occasione del suo cinquantesimo anniversario.

PROGETTI IN STALLO

L’audace progetto nel cuore storico della capitale francese ha affrontato una forte opposizione all’epoca della sua costruzione, comprese alcune cause legali, ma da allora è diventato un punto di riferimento e uno dei musei più amati, con il suo labirinto di condutture blu, involucri gialli e ascensori rossi. Come tutte le istituzioni culturali di Parigi, il Centre Pompidou ha subito un duro colpo a causa della pandemia: chiuso da marzo a giugno dello scorso anno per la prima ondata, è stato nuovamente chiuso da fine ottobre 2020 nell’ambito della riduzione dei contagi voluta dal presidente francese Emmanuel Macron. Anche l’ambizioso progetto di aprire una nuova succursale in Corea del Sud – pianificata per l’inizio dell’anno scorso dopo i successi di Metz, Malaga, Shanghai e Bruxelles – è stato momentaneamente accantonato.

INTERVENTO MASSICCIO

Non abbiamo più scelta, l’edificio è sottoposto a un forte stress”, ha riferito il presidente del museo Serge Lasvignes, rassicurando che non cambierà nulla dell’aspetto esteriore. Già nel 2017, al tempo del suo primo mandato, Lasvignes aveva ricordato come un edificio dalla forma così rivoluzionaria chiedesse una manutenzione più frequente di altri. Il piano di ristrutturazione 2023-2026, stimato su duecento milioni di euro, porterà il palazzo a rispettare i minimi standard di sicurezza per tornare ad aprire al pubblico. Durante il periodo di chiusura, hanno rassicurato dall’istituzione, la Bibliothèque Publique d’Information all’interno del Centre Pompidou sarà spostata in una collocazione temporanea, rimanendo così aperta al pubblico.

By Giulia Giaume – artribune.com

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