Tartaglia Arte: sotto una natura morta di Paul Cézanne c’è un ritratto, anzi forse un autoritratto

Due baguette, un calice di cristallo, delle uova. Ma c’è molto più di questo, nell’opera del 1865 di Paul Cézanne (Aix-en-Provence, 1839 – 1906) Natura morta con pane e uova conservata al Cincinnati Art Museum in Ohio. Anzi, sotto l’opera. La natura morta – dipinta in stile realista e ispirata al barocco spagnolo e alla pittura fiamminga – cela infatti un secondo dipinto, in accordo con la comune pratica del riutilizzo delle tele: il ritratto di un uomo. Uomo che, dato l’orientamento del corpo e lo sguardo sullo spettatore, potrebbe essere lo stesso pittore francese post-impressionista.

UN POSSIBILE AUTORITRATTO DI CÉZANNE

La conservatrice capo del CAM Serena Urry stava conducendo un esame pre-conservativo del dipinto quando ha notato delle piccole crepe sulla tela, presente nella collezione del museo dal 1955. Niente di strano, considerato il secolo e mezzo di età dell’opera, tranne che invece di essere diffuse su tutta la tela, le crepe si concentravano in due aree specifiche: al di sotto, si intravvedevano appena degli squarci di bianco che non avevano niente a che fare con i toni scuri della natura morta. “Ho pensato ci potesse essere qualcosa che avremmo dovuto analizzare” ha dichiarato Urry, facendo avviare le indagini: ha chiesto a uno studio medico locale di portare una macchina a raggi X portatile al museo, dove un tecnico ha scansionato da più angolazioni il dipinto a olio di 59 x 76 centimetri. Unendo digitalmente le immagini con Photoshop, sono ricomparsi i “punti bianchi” intravisti dalla curatrice, che indicavano la presenza di pigmento al piombo proprio sotto il primo strato di pittura. Poi, il lampo: girando di 90 gradi la riproduzione del dipinto è comparsa con chiarezza la mezza silhouette di un uomo rivolto verso gli spettatori, molto probabilmente lo stesso Cézanne. Se si trattasse veramente di un autoritratto, sarebbe stato realizzato da un Cézanne appena ventenne, cosa che renderebbe l’opera uno dei suoi primi autoritratti, quasi tutti completati dopo il 1860 e per lo più eseguiti a matita. Ora i conservatori del museo hanno dichiarato di volersi alleare con gli storici dell’arte ed esperti del pittore da tutto il mondo per estrapolare dalla “nuova” opera quante più informazioni possibili.

By Giulia Giaume – artribune.com

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